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Zingaretti stima al 25 per cento il suo potenziale. Segnale piemontese

Tutti i big del Pd che hanno sponsorizzato il nuovo corso della segreteria scendono in campo. I sondaggi segretissimi che fanno tremare i turbo-renziani

Ieri Nicola Zingaretti ha dichiarato che l’obiettivo del Partito democratico alle prossime elezioni europee è quello di superare il 18 per cento. Ossia il risultato che il Pd aveva fatto alle elezioni politiche del 4 marzo. Ma il segretario si è volutamente tenuto basso. Per scaramanzia e per prudenza. Ma in realtà il risultato a cui aspirano al Nazareno è molto più alto. Stando a dei sondaggi riservatissimi in cui viene calcolato il potenziale bacino elettorale di questo Pd versione Zingaretti il Partito democratico il 26 maggio potrebbe addirittura aspirare a quota 24-25 per cento. Se così fosse sarebbe una grande vittoria per il neo segretario.

    

Ed è proprio questa quota che fa tremare i turbo-renziani. Perché se così fosse non ci sarebbe più molto spazio per il loro leader. Sia che intenda andare avanti con il progetto di dare vita a un altro partito, sia che intenda rimanere dentro il Pd per poi riprenderne in mano le redini.

   

Per riuscire ad arrivare all’obiettivo del 25 per cento si stanno muovendo tutti i big del Pd che hanno sponsorizzato la segreteria Zingaretti. E per allargare il possibile elettorato è sceso in campo direttamente Paolo Gentiloni. Il presidente del Partito democratico sta tentando un’impresa che però appare impossibile. Cioè quella di candidare alle elezioni europee Marco Bentivogli. L’obiettivo di Gentiloni è infatti quello di evitare che il Pd venga visto solo come un partito di sinistra: di qui il tentativo di agganciare il sindacalista con cui l'ex premier è in ottimi rapporti. Ma Bentivogli, che nel Pd ha un legame molto forte non solo con Gentiloni ma anche con Carlo Calenda, non intende accettare questa proposta e lo ha spiegato all’ex presidente del Consiglio. Il quale, però, non sembra voler demordere.

   

Più complicata invece si sta rivelando la trattativa con gli ex di Mdp. Speranza e Zingaretti si sono incontrati e parlati più volte in questo periodo. Ma i renziani, e non solo quelli di Giachetti, anche quelli che fanno capo a Luca Lotti, non intendono mollare su quel fronte.

    

Nel frattempo nel Pd ci si prepara anche all’eventualità di una crisi che porti alle elezioni anticipate. Il dubbio che si possa arrivare a una situazione del genere è stato alimentato di recente, quando Salvini ha dato il via libera al candidato di Forza Italia in Piemonte. Perché non rompere con Berlusconi e andare alle elezioni con Fratelli d’Italia e con quella fetta di Forza Italia che si sta già avvicinando alla Lega? La distanza tra il centrosinistra e il centrodestra è tale (da 10 ai 12 punti di distanza) che rompere per Salvini non sarebbe stato un azzardo. E invece niente. E’ il segno, secondo i dirigenti del Partito democratico, che Salvini non esclude le elezioni a breve: per questo non può permettersi il lusso di rompere ora con Silvio Berlusconi.

     

Quello che preoccupa maggiormente il Pd rispetto a uno scenario di crisi di governo e di scioglimento anticipato della legislatura è lo stato sconfortante delle casse del partito. Per una campagna elettorale infatti ci vogliono soldi che al momento al Nazareno non ci sono. Per questa ragione è stato scelto Zanda come tesoriere perché si spera che con la sua grande tela di rapporti riesca a ovviare almeno in parte alla situazione di sprofondo rosso.

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