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I candidati alle europarlamentarie del M5s si scelgono col bollino

David Allegranti

Via alla selezione delle candidature. Se ti sei fatto il lavaggio del cervello con la Casaleggio Associati parti avvantaggiato

Roma. Dopo i punti dell’Esselunga ci sono quelli del M5s. In palio una candidatura alle Europee. I Cinque stelle hanno infatti introdotto un sistema di “bollini” (foto sotto) per certificare le effettive competenze dei candidati alle Europarlamentarie, oltre 2.600 desiderosi di sbarcare a Strasburgo (venerdì 29 marzo, dalle 10 alle 22, ci sarà la votazione per scegliere coloro che entreranno a far parte delle liste ndr). Per conoscere i profili dei candidati bisogna essere iscritti a Rousseau (e regalare i propri dati alla Casaleggio Associati, no grazie), sicché c’è da fidarsi (ma certo…) di quel che dice il Sacro Blog. “Tra gli oltre 2.600 candidati, tantissimi i profili d’eccellenza: medici, ingegneri, architetti, psicologi, astrofisici, professori universitari, imprenditori ed esperti. Una moltitudine di professionisti provenienti dai più svariati ambiti che oggi vuole contribuire con la propria esperienza e competenza al progetto del MoVimento 5 Stelle in Europa. Oltre il 70 per cento dei candidati possiede una laurea, uno su sei il dottorato di ricerca e più di 1.400 candidati vantano una conoscenza avanzata della lingua inglese scritta e parlata”. Ora, l’aspetto più surreale sono proprio quei “bollini” con cui il M5s intende stabilire chi è più meritevole e chi lo è meno.

 

“Grazie al nuovo ‘sistema dei meriti’ – scrive il Sacro Blog – gli iscritti potranno filtrare i candidati sulla base di ben nove elementi: dalla formazione alla partecipazione, dal curriculum alle eventuali eccellenze. Un metodo che permetterà di avere un quadro chiaro sui vari candidati in lista e di poterne approfondire la conoscenza sulla base di specifici criteri scelti”.

 

   

Chi ha accesso a Rousseau ci ha mostrato in dettaglio la “legenda meriti” (che funziona anche come filtro). “Il candidato è rappresentante di lista o ha partecipato come volontario a un evento Italia 5 Stelle o Villaggio Rousseau”. “Il candidato ha inserito almeno 3 Call to Action, 1 Lex Iscritti arrivata in votazione, 10 Atti Sharing o 2 Eventi Activism sulla piattaforma Rousseau”. “Il candidato ha partecipato ad almeno un evento Open Day Rousseau o Villaggio Rousseau”. “Il candidato è stato, o è tuttora, portavoce del Movimento 5 Stelle”. “ Il candidato ha superato i test relativi ad lameno 3 moduli della sezione E-Learning presente sulla piattaforma Rousseau”.

 

Insomma se ti sei fatto il lavaggio del cervello in uno dei pregiatissimi eventi organizzati dalla Casaleggio Associati, guadagni dei meriti. Più meriti hai più naturalmente puoi attirare le simpatie degli utenti del M5s che debbono indicarti come aspirante europarlamentare. Seguono meriti scolastici: “Il candidato possiede un titolo di studio equivalente ad una Laurea triennale o superiore. Il candidato ha una conoscenza della lingua inglese di livello B2 o superiore”. La competizione è dunque serrata. Tant’è che, come notava ieri il Tirreno, persino uno come Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, un tempo nelle grazie dei vertici del M5s, sarà costretto a buttarsi nella fossa dei leoni. Per lui, peraltro, appena un paio di bollini. Ma come si vota? “Non ci sarà un voto singolo per ogni preferenza espressa. Gli iscritti, infatti, potranno ora esprimere fino a cinque preferenze e – una volta selezionate – procedere con una singola azione di voto. Questa novità è stata introdotta per garantire agli iscritti un’esperienza di voto più efficiente, veloce e che gli consenta di poter visionare tutti i profili ed esprimere con maggiore facilità le preferenze a disposizione”. Al termine della prima sessione di voto su base regionale, i risultati “verranno depositati presso due notai. Relativamente ai candidati che accederanno al secondo turno su base circoscrizionale, non verrà reso noto il numero di voti ricevuti per non influenzare la successiva consultazione. Tutte le preferenze ricevute verranno comunque rese pubbliche dopo il secondo turno”. Quando non gliene fregherà più nulla a nessuno, nientemeno.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.