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Nel Pd tregua finita: fuoco amico e sospetti incrociati tra renziani e zingarettiani

Al quartier generale del governatore del Lazio temono che sia ripartito quel fuoco amico che immancabilmente si scatena contro chiunque venga eletto segretario del Pd

Ricordate? Alla fine dello scorso anno era apparsa su Facebook una pagina denominata Libdem con un gabbiano giallo come simbolo. Di lì era nato un giallo: era l’inizio del nuovo partito di Renzi? Carlo Calenda ci aveva messo un like e aveva fornito qualche suggerimento. Dopo molte chiacchiere, qualche polemica e diverse smentite di fonte renziana, quella pagina, improvvisamente così come era stata aperta, è stata chiusa. C’è chi aveva pensato che l’iniziativa fosse un test per saggiare il terreno e chi invece aveva ritenuto di derubricare il tutto a un’iniziativa personale di qualche supporter più renziano di Renzi medesimo.

 

Poi ecco che da ieri mattina sono spuntati sei tweet di questo tenore: “Pare che quando i sondaggi nazionali danno il Pd in ripresa merito sia già di Zingaretti, quando, invece, il Pd è il cosiddetto campo largo del centrosinistra incassano sconfitte storiche come in Basilicata, Zinga non c’entri, perché segretario solo da 20 giorni”. Tweet che chi monitora il web per il governatore del Lazio attribuisce al mondo renziano.

 

E questo, secondo gli uomini del neosegretario, fa il paio con Matteo Orfini che sullo ius soli attacca l’allora premier, e ora presidente del partito (nonché grande sponsor di Zingaretti), Paolo Gentiloni.

 

Insomma, al quartier generale del governatore del Lazio temono che sia ripartito quel fuoco amico che immancabilmente si scatena contro chiunque venga eletto segretario del Pd.

 

Dal Nazareno, dove hanno cercato di porre rimedio all’ondata di tweet sulla sconfitta lucana diffondendo dei dati da cui si arguisce che la lista del Pd e quelle collegate nel loro insieme superano di 7 punti il risultato del partito alle scorse politiche, c’è un po’ di preoccupazione, anche se Zingaretti ha deciso di non rispondere direttamente colpo su colpo ai suoi detrattori.

 

E ora un dubbio serpeggia tra i Dem versione Zingaretti: vuoi vedere che si stanno preparando le basi per la scissione? Ufficialmente nessun segnale lo lascia presagire. Renzi continua a fare mostra di non occuparsi delle beghe quotidiane del Partito. E dall’intervista rilasciata da Luca Lotti a Repubblica, quella in cui si prefigura una possibile nuova candidatura alla premiership dell’ex segretario, si arguisce che invece Renzi possa rimanere dentro il Partito democratico senza fare nessuno strappo, ma semplicemente aspettando di potersi riappropriare del Pd. Ma il sospetto da parte degli zingarettiani è forte.

 

In questo Pd che pare non aver mai pace i sospetti, però, sono sempre incrociati. E se gli zingarettiani paventano una possibile scissione, i renziani invece cominciano a pensare che siano proprio gli uomini dell’ex segretario a volerli spingere alla porta.

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