Conte e Macron (foto LaPresse)

Schizofrenia ad alta velocità

Redazione

Sulla Tav ora si cerca il dialogo con Macron. Di Maio si presenterà in gilet giallo?

Sulla Tav la decisione del governo, come prevedibile vista la netta divisione tra Lega e M5s, è che tutto è rinviato. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il suo consueto stile forlaniano che risolve i problemi immergendoli nelle chiacchiere, dice che ci sono “discorsi da approfondire”, “cifre da sciorinare” e “temi da sviscerare” in un “proficuo confronto”. Quindi non è un sì e non è un no. Proprio perché il governo è formato da un partito che non può dire sì e uno che non può dire no. E pertanto si butta la palla in tribuna: nel breve periodo, non si sa se lunedì Telt, la società che deve realizzare la tratta Torino-Lione, potrà far partire i bandi o meno; mentre nel medio termine, “alla luce dei forti dubbi” sulla Tav, Conte dice che il governo intende “procedere a una interlocuzione con i partner di questo progetto, che sono la Francia e l’Unione europea, per condividere dubbi e perplessità instaurare un contraddittorio”. Si chiederanno a Francia e Unione europea anche dei soldi, perché il “criterio di finanziamento non è equo”.

 

Rispetto alle buone intenzioni diplomatiche del premier c’è però un problema. Per ridiscutere questo progetto e il suo finanziamento, l’Italia dovrà dialogare con la Francia. E andrebbe informato il leader del partito che si oppone alla Tav, Luigi Di Maio, che il presidente francese si chiama Emmanuel Macron e non indossa un gilet giallo. È sicuramente difficile comprendere nel dettaglio la sofisticata strategia politica internazionale del nostro vicepremier, ma a prima vista andare in Francia a incontrare un tizio in gilet giallo che invoca la guerra civile e il colpo di stato, causando il richiamo dell’ambasciatore a Roma e il più grande incidente diplomatico del dopoguerra, non sembrerebbe il modo migliore per preparare una “interlocuzione”. È un po’ come infilare le dita negli occhi a una persona prima di chiederle una cortesia. Se si aggiunge che a un confronto con la Francia e l’Ue per ridiscutere la Tav il governo italiano si presenterebbe non con una posizione, ma con due posizioni tra loro opposte e contraddittorie, allora si comprenderà che ai nostri partner sembrerà di dialogare con uno schizofrenico.