Sit-In a montecitorio di venezuelani contro la dittatura di Maduro

"La Lega è anti Maduro? Allora stacchi la spina al governo", dice Tajani

Maurizio Stefanini

Forza Italia chiede un atto di coraggio all'esecutivo, mentre il M5s festeggia il "Restitution day" sul retro di Montecitorio per non incrociare i manifestanti anti regime

Martedì Forza Italia presenterà alla Camera e al Senato una mozione lunga “una sola riga”, “per costringere il governo italiano a fare quello che ha fatto la stragrande maggioranza dei paesi europei: riconoscere Juan Guaidó come legittimo presidente a interim del Venezuela, in base alla Costituzione”. Così ha annunciato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede romana del partito a Piazza San Lorenzo in Lucina. E su questa richiesta Forza Italia sfiderà la Lega a decidersi se votarla o continuare ad appoggiare la linea filo Maduro di un governo in cui il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, sembra ormai esautorato dalle decisioni di politica internazionale, prese invece “da un influencer che si chiama Di Battista, le cui parole pesano più di quelle del ministro”, denuncia la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini. Come spiega Tajani, “se la Lega ha cambiato idea dopo il voto di astensione al Parlamento europeo, le chiederemo di staccare la spina e di far cadere questo governo su una questione fondamentale. È l’ennesimo motivo di scontro ma l’Italia così si isola dal mondo e non sta né da una parte né dall’altra. Sta soltanto dalla parte di Maduro. Questo è molto grave e ne va dell’immagine internazionale di uno dei paesi più importanti del mondo, membro del G7”.

 

 

Poco prima c’era stata la protesta di un centinaio di italo-venezuelani davanti a Montecitorio. “Fuori l’usurpatore”, “Riconoscere Guaidó”, “elezioni libere e trasparenti” erano gli slogan. Ma anche “Cinque stelle codardi”. Così, in occasione dei festeggiamenti per il “Restitution day” (con cui i parlamentari grillini hanno restituito due milioni donandoli alla Protezione civile) i pentastellati hanno deciso stavolta di organizzare il loro consueto flash mob sul retro di Montecitorio, proprio per non incrociare i manifestanti anti Maduro.

 

Oltre a Tajani a portare solidarietà erano andati Pierferdinando Casini, Adolfo Urso per Fratelli d’Italia, una delegazione del Pd con Piero Fassino, Maurizio Martina, Lia Quartapelle e Ivan Scalfarotto, e anche due parlamentari leghisti, che però hanno finito per essere contestati, proprio a motivo della ambiguità rimproverata alla Lega. “L’Italia è il paese che ha impedito all’Europa di riconoscere Guaidó come legittimo presidente a interim”, ha ricordato Tajani. “L’Italia non ha risposto all’appello lanciato dal Parlamento europeo, prima istituzione che ha riconosciuto Guaidó come presidente legittimo”. “Ma noi non possiamo non ascoltare il grido di dolore che viene da un paese dove la gente muore di fame, e dove 2 milioni di persone con cognomi italiani rappresentano una delle nostre più grandi comunità nel mondo”. “Non c’entrano sinistra o destra, sovranismo o europeismo. È una questione di diritti umani! Ma il governo italiano non ha avuto il coraggio di schierarsi dalla parte della libertà e della democrazia, ha deciso di schierarsi di fatto dalla parte di Maduro, che infatti lo ha ringraziato ufficialmente per la sua posizione. Come presidente del Parlamento europeo, come militante di Forza Italia e come cittadino farò tutto il possibile per far schierare l’Italia dalla parte della libertà e della democrazia ascoltando anche le parole del presidente della Repubblica contro un efferato dittatore che deve andare a casa ”.

“Non possiamo pensare che la Lega vesta Salvini da guerrigliero madurista, anziché da rappresentante dell'ordine pubblico con la giacca della Polizia, accettando una posizione assolutamente vergognosa, che disattende 70 anni di storia italiana”, ha aggiunto Anna Maria Bernini. “La richiesta è di avere non più il ministro Moavero, evidentemente surclassato e superato da qualcuno che fa il ministro degli Esteri al posto suo, perché a questo punto Di Battista potrebbe essere nominato direttamente capo della Farnesina al posto suo. Chiediamo che il presidente Conte si presenti in Parlamento, e lo faccia in maniera responsabile”. Bernini ha sottolineato anche la contraddizione di Di Maio e Di Battista, che predicano la non ingerenza negli affari interni del Venezuela, e poi vanno in Francia a incontrarsi con i Gilet Gialli “sfasciatori di vetrine”.

 

Una delegazione di italo-venezuelani era presente alla conferenza stampa. Tra loro c'era anche Carlos Castillo, già membro del Consiglio nazionale elettorale del Venezuela, poi costretto all’esilio per aver denunciato le frodi compiute dal regime. Sono arrivati in tele-collegamento i saluti di due importanti leader dell’opposizione, come l’ex sindaco di Caracas, Antonio Ledezma – a sua volta oriundo italiano costretto all’esilio dopo essere evaso dalla detenzione – e Corina Machado.

 

Tajani ha manifestato “amarezza” per l’astensione in Parlamento europeo dei leghisti e anche di alcuni membri del Pd. La capodelegazione della Lega a Bruxelles, Mara Bizzotto, appena una settimana prima del voto del Parlamento europeo aveva chiesto con un comunicato che “Italia e Ue riconoscano Juan Guaidó nuovo presidente del Venezuela. Spazzare via la dittatura comunista di Maduro”. Poi però si è astenuta. “Di questa richiesta non mi è mai pervenuta notizia”, dice Tajani al Foglio. “Noi di Forza Italia sul Venezuela siamo sempre stati coerenti. Io per il mio impegno sul Venezuela sono stato minacciato anche di morte. Noi ci auguriamo che la Lega si schieri dalla parte della libertà e della democrazia. Non solo con dichiarazioni politiche, che sono un fatto positivo, ma anche con voti. Fino ad adesso sono arrivate dichiarazioni politiche che ci fanno piacere, ma non voti. Se la Lega vuole fare una battaglia di libertà e democrazia, stacchi la spina al governo se il governo non vuole stare dalla parte di Guaidó”.