Il discorso di Mattarella contro gli sfascisti. Sportellate di Capodanno

La vera sicurezza è la convivenza, dice il presidente della Repubblica. Che smaschera bufale e luoghi comuni gialloverdi. Il richiamo all'Europa e al rispetto per il ruolo del Parlamento e per quello delle forze armate

L'avevamo scelto come uomo dell'anno per il 2018, e anche con il discorso che di quell'anno ha sancito la fine, Sergio Mattarella si è dimostrato di essere il “gagliardo difensore della ragione”: le parole scelte dal presidente della Repubblica hanno il tono intimo degli auguri ma nei messaggi rivolti alla politica hanno anche la durezza di chi è chiamato a sorvegliare la democrazia e a tutelarla dallo sfascio populista. Già dalle prime battute, nel ricordare l'importanza che ha per lui il discorso di fine anno, Mattarella segna il primo punto nell'agenda anti sfascita: “Siamo nel tempo dei social in cui molti comunicano di continuo quel che pensano”, dice. E non può non venire in mente l'overdose di messaggi su Facebook, Instagram e Twitter dei due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio – dalle polemiche dei giorni scorsi sull'opportunità o meno di farsi un selfie con la Nutella all'indomani di un terremoto ai tweet che mettono in fuga ricercati pericolosi.

    

Contro i cattivisti: la vera sicurezza è la convivenza

Il capo dello Stato ha ricordato poi i tanti incontri avuti quest'anno e ha sostenuto che “quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l'esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l'affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità. Sentirsi 'comunità' – ha detto il presidente – significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa 'pensarsi' dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro paese. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee, rifiutare l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore”. Ed è qui che arriva una stoccata al governo “cattivista”, quello dei porti chiusi: “So bene che alcuni diranno che questa è retorica dei buoni sentimenti e che bisogna pensare soprattutto alla sicurezza”, sottolinea il presidente. Ma la sicurezza c'è solo “se tutti si sentono rispettati. La sicurezza parte da qui: da un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune. La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza” e “non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società”.

   

No alle “tasse sulla bontà”

Per Mattarella si devono evitare “tasse sulla bontà”: “Il nostro è un paese ricco di solidarietà”, commenta il capo dello stato, che ringrazia l'Italia che opera anche nel volontariato, nel terzo settore, nel no profit “che rappresentano una rete preziosa di solidarietà” e che però con la manovra sovranista rischiano di vedersi penalizzate. “Si tratta di realtà che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto. Anche per questo vanno evitate 'tasse sulla bontà'”.

  

   
Gli auguri agli immigrati

Mattarella ha esteso gli auguri ai “cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro paese”. E due. Poi ricorda che sono “molte ancora le questioni da risolvere. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L'alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani”. E il presidente ha anche difeso come un modello il “sistema sanitario nazionale, che deve restare universale dal nord al sud”, in una fase in cui parte del paese vive con apprensione gli annunci sull'autonomia, sui superpoteri delle regioni. 

 

     

L'importanza del Parlamento, scavalcato dai gialloverdi

E poi Mattarella bacchetta ancora i sovranisti di governo, sul ruolo del Parlamento: “Ho promulgato la legge di Bilancio nei termini utili a evitare l'esercizio provvisorio, pur se approvata in via definitiva dal Parlamento soltanto da poche ore”, dice il capo di stato. “Avere scongiurato l'apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità. La grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali – ha avvertito il capo dello stato – richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento. Mi auguro vivamente che il Parlamento, il governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto”.

    
L'Europa è il futuro

“La dimensione europea è quella in cui l'Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro; e al suo interno dobbiamo essere voce autorevole”, ha detto Mattarella. “Le elezioni europee sono uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne. Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l'occasione di un serio confronto sul futuro dell'Europa”.

  

Rispettate l'esercito!

“Rivolgo un augurio alle donne e agli uomini delle Forze armate, impegnate per garantire la nostra sicurezza e la pace in patria e all'estero. Svolgono un impegno che rende onore all'Italia. La loro funzione non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione”, ha affermato il presidente della Repubblica. Un riferimento implicito all'ipotesi che l'esercito possa essere impiegato per riparare le buche di Roma

  

    

“La loro divisa, come quella di tutte le Forze dell’ordine e quella dei Vigili del fuoco”, continua Mattarella, “è il simbolo di istituzioni al servizio della comunità. Si tratta di un patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini”. E anche qui non si può non pensare alle numerose comparsate di Salvini in divisa da poliziotto e le polemiche sull'opportunità di questi gesti.

 

Il presidente Mattarella ha parlato poi della violenza negli stadi, tornata attuale dopo gli scontri Inter-Napoli: “Il modello di vita dell'Italia non può essere – e non sarà mai – quello degli ultras violenti degli stadi di calcio. Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare”.

Di più su questi argomenti: