Matteo Salvini ed Elisa Isoardi (Foto Instagram)

In difesa di Salvini

Simonetta Sciandivasci

Scaricato su Instagram, nudo senza consenso e a sua insaputa. Panico: dov’è finito il nostro Truce?

Elisa Isoardi ce lo ha detto e disintermediato: con Matteo Salvini è tutto finito. Ha scelto un selfie di quando erano felici, una mattina, a letto – lei in accappatoio, lui nudo e abbronzato, lei con la faccia spiritata da laureata, lui addormentato per finta, senza filtri – e l’ha condiviso su Instagram. Sotto, in didascalia, ha scritto che non le mancherà quello che si sono dati, ma quello che avrebbero dovuto darsi ancora (è un verso di Gio Evan, del quale è appassionata lettrice), poi punto, finisce la fidanzata e comincia la cittadina: “Grazie, Matteo”. E sono arrivati gli italiani. E hanno detto che non vogliono vedere un ministro nudo tra le sue lenzuola, che l’importante è lasciarsi civilmente, che lo avevano capito da un po’ che le cose non andavano più bene, che ora che s’è chiusa una porta magari si può aprire un porto (mattacchioni!). A nessuno è scappato il dubbio che fosse colpa loro, nostra, che quello che Salvini e Isoardi avrebbero dovuto darsi, non se lo sono potuto dare perché il governo, Moscovici, la Diciotti, la Rai, tutti voi, tutti noi ci siamo messi di traverso, abbiamo preteso di venire per primi (abbiamo abusato del prima gli italiani, la moglie del ministro Toninelli lo sa). Poi sono arrivati i pettegolezzi, che della disintermediazione se ne fanno un baffo: Isoardi, strega, calcolatrice, manipolatrice, ha usato il Capitano per piazzarsi in Rai.  

 

  

E le agenzie: “Isoardi a Chi: ‘Io e Matteo ci siamo lasciati due mesi e mezzo fa, prima delle nomine’”. Salvini, intanto, s’è svegliato presto, ha fotografato un cielo romano incerto e stupendo, coperto e luminoso, l’ha postato e ha scritto: “Vinceranno le nubi o il sereno? Buona settimana, amici, vado in Ghana”.

  

   

Ministro, ci scusi se la chiamiamo Matteo, ci consenta, ci scappa così, ora che l’abbiamo vista in intimo nevrile con ragazza in un interno, fotografato senza consenso, pubblicato senza consenso. Matteo, come faremo a pensarla ministro, adesso? Come faremo a non esserle solidali, a non volerla difendere, a non sentirla così vicino a noi, così ragazzo, ora che è stato lasciato, ora che tutti i pezzi si sono uniti in un puzzle chiaro, dopo una sequenza imbarazzante che abbiamo osservato chiedendoci come mai lei non intervenisse, come mai la sua donna non la piantasse di fotografare salami al cioccolato (didascalia: “Stasera mi coccolo!”) e affettare formaggi e litigare con Antonella Clerici e piangere in diretta e chiamarci “ragazzi”, come fossimo fessi e ci cascassimo e non sapessimo che siamo tutti sessantenni (riusciamo a preferire il suo odioso “Amici” che lei appiccica a qualsiasi sua comunicazione, è un’ipocrisia con maggiore senso della realtà).

 

Due mesi e mezzo che è single e quindi che siamo senza first lady, e non ci dice niente? Confidava in una pausa? Lei, Matteo, mollato con notifica, con selfie, con verso di poetucolo e tanti baci e buona vita, da una signora che ha detto di voler stare nell’ombra per consentirle di splendere, e poco dopo è andata a farsi intervistare da un rotocalco e ha detto che lei doveva assolutamente sbrigarsi a far impegnare il suo governo sui diritti civili. Vent’anni fa o forse trenta, facciamo due generazioni fa, Daniel Day Lewis mollò Isabelle Adjani, che gli aveva detto di aspettare un bambino, con un fax: “Non sono pronto per fare il padre”, c’era scritto. Ciao. Addio. L’apocalisse, negli anni Novanta, i giornali americani la chiamavano woman break up the smart way: le donne cominciavano a filarsela all’inglese, a voltare le spalle con un messaggio, o un’email. E lei, lei che è stato votato contro tutti questi scempi, questa alienazione e questa freddezza da globalizzazione, questi mezzi inumani, questa vita inautentica e senza radici e senza valori e senza sangue e senza vibrazioni, accidenti, finisce mollato ufficializzato su un social network?

 

Accidenti. Questo amore era una camera a gas e adesso è in coma irreversibile. Cosa farà, adesso, Matteo? Potremo fidarci di lei, senza una donna, senza un’amica al suo fianco, circondato solo da amici? La vedremo ancora nudo su Instagram o magari nudo per la strada mentre piove, come Lucio Dalla in Mambo? Sarà ancora il nostro truce ministro, ministro Matteo? La preghiamo di sì. Non siamo pronti a vederla cantare “Perdere l’amore” in diretta Facebook. Né reggeremo un “Truce desnudo” bis: sa, abbiamo una certa età.

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