Da sinistra Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Giovanni Tria (foto LaPresse)

L'Ufficio parlamentare Bilancio boccia (ancora) i numeri della manovra gialloverde

Luciano Capone

Nel documento inviato a Bruxelles il governo critica la scelta dell'organismo di non validare i conti: “Informazioni parziali e obsolete”. La replica dell'Upb: “Affermazione sorprendente. Ribadiamo la valutazione”

L'Ufficio parlamentare di Bilancio boccia di nuovo la manovra del governo, o meglio, conferma la bocciatura con una nota che sottolinea che “all’origine della mancata validazione del quadro macroeconomico programmatico per il 2019”, non c'è alcuna “informazione obsoleta”. A rinfocolare la polemica è il Documento programmatico di bilancio (Draft budgetary plan) appena inviato alla Commissione europea, in cui il governo contesta il giudizio dell'organismo indipendente che ha il compito di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee: “L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) non ha validato le previsioni macroeconomiche per l’anno 2019 di questo Documento Programmatico di Bilancio – scrive il governo nel documento inviato a Bruxelles –, osservando che tali stime si collocano fuori dall’intervallo accettabile allo stato delle informazioni attualmente disponibili. Il Governo ha ricordato che oggetto di discussione dovrebbe essere unicamente la valutazione dell’impatto sul quadro macroeconomico della manovra di finanza pubblica, e non la misura in cui la previsione ufficiale si discosta da quelle formulate da altri analisti, pubblicate in tempi diversi e sulla base di informazioni parziali o obsolete”.

 

 

LEGGI IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI BILANCIO

 

Non si è fatta attendere la risposta dell'Upb, che ha definito “sorprendente” l'affermazione del governo: “Al riguardo l’Upb ribadisce che la validazione delle previsioni macroeconomiche programmatiche riguarda il quadro nella sua interezza. In ogni caso, rispetto allo scenario a legislazione vigente, la valutazione dell’impatto positivo della manovra sulla crescita reale è risultata, per tutti i previsori del panel Upb (CER, Prometeia, REF.ricerche), inferiore a quella implicita nella previsione del Governo. Un divario ancora più ampio rispetto alle stime ufficiali, sempre per tutti i previsori del panel Upb, si riscontra nella valutazione dell’impatto della manovra sulla crescita nominale”. L'organismo presieduto da Giuseppe Pisauro ribadisce che la decisione è stata effettuata “sulla base esclusivamente delle variabili esogene e delle informazioni sulla struttura della manovra fornite dal Ministero dell’Economia e finanze dopo la pubblicazione della NaDef, informazioni che non si devono ritenere né parziali né obsolete”.

 

Nel documento inviato al governo il 13 ottobre, l'Upb scriveva che le previsioni macroeconomiche della Nadef per il 2019 non venivano validate a causa di “significativi e molteplici disallineamenti sulle principali variabili del quadro programmatico”. Una decisione “corroborata dalle informazioni più aggiornate sulle tendenze congiunturali e dal confronto con le previsioni di altre istituzioni”. Una bocciatura che non è quindi “parziale o obsoleta”, come afferma il governo, ma “imparziale e aggiornata”.

LEGGI L'ALLEGATO DELLA LETTERA INVIATA AL GOVERNO DALL'UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali