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Quel che l'Europa fa per l'Italia

Redazione

Il piano Juncker è stato generoso, e il paradigma europeo non è il vittimismo

Grazie a Jean-Claude Juncker l’Unione europea ha staccato una serie di assegni che sta generando circa 50 miliardi di investimenti in Italia, il secondo beneficiario del piano che porta il nome del presidente della Commissione. L’esecutivo dell’Ue ha stanziato 800 milioni per aiutare l’Italia nella crisi migratoria, mettendosi a pagare perfino gli straordinari dei poliziotti di Salvini. Pierre Moscovici ha concesso all’Italia una trentina di miliardi di flessibilità per la recessione, le riforme, gli investimenti, i migranti, i terremoti e la sicurezza.

 

Ma evidentemente i dati, e la realtà, e tutta la generosità che si vuole, non contano, visto che ieri Aldo Cazzullo ha scritto sul Corriere della Sera che il piano Juncker prometteva senza mantenere. E guai se un commissario Ue definisce “xenofobo ed euroscettico” un governo xenofobo e euroscettico come è quello M5s e Lega, perché diventa un insulto a tutti gli italiani. Peggio: fa il gioco dei populisti. Merde alors!

 

Se Juncker e Moscovici hanno una colpa – di colpe ne hanno molte – è di essere rimasti silenziosi evitando di dire la verità all’Italia e cercando ogni volta un piccolo “arrangement” politico per timore dei populisti. Gli italiani sono stati così cullati nella favola dell’Italia maltrattata dalla Germania, depredata dalla Francia e abbandonata dall’Europa (dov’è la solidarietà italiana per i migranti che sbarcano in Spagna e Grecia?) che ora pensano di poter ribaltare il paradigma europeo e intanto violare le regole, che tanto, dopo il voto di maggio e la vittoria populista, non varranno più. Ma di questo passo, tra insulti e vittimismo, chissà come ci arriva l’Italia alle europee, e chissà con che coraggio poi chiederà un aiuto per raccogliere le macerie.