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Il passo falso di Martina mentre i renziani cercano un candidato

La tentazione dell’accordo con Zingaretti, anche se l’alleato naturale sarebbe Calenda, ma tra i due i rapporti sono freddi

Maurizio Martina ha deciso di convocare una grande manifestazione nazionale a Roma per il 29 settembre. A parte le ironie che si sono sprecate nel Partito democratico riguardo al fatto che in quella stessa data a Roma c’è il derby (“Questo si chiama essere in sintonia con la gente”) in realtà, dietro le dichiarazioni ufficiali tutte di plauso, l’iniziativa non convince molti dirigenti del Pd. E questo fondamentalmente per due motivi, tra di loro legati. Primo, si teme che la manifestazione possa essere un flop. Secondo, si ritiene che fare un’iniziativa solo di partito non sia la cosa migliore, perché è un modo di allontanare quella parte di elettorato che non si riconosce nel Pd ma è comunque contro il governo. Per questo si sarebbe preferito promuovere un’iniziativa senza le insegne di nessun partito. Ascoltate le critiche e i rilievi dei suoi dirigenti Martina sta cercando di correre ai ripari e di allargare la manifestazione, ma non è detto che a questo punto ci riesca.

 

A Cortona il segretario pro tempore Martina, l’aspirante leader Nicola Zingaretti e Dario Franceschini hanno stretto un patto: tutti uniti contro l’eventuale candidatura di Matteo Renzi e tutti sparati per fare il congresso presto, e così non dare il tempo all’ex premier di trovarsi un candidato. Già, perché anche se i renziani fanno sapere che nelle prossime settimane si riuniranno per decidere un nome che sia vincente e convinca tutta la componente, in realtà sono in altissimo mare. L’impressione è che sotto sotto Renzi non voglia decidere prima della Leopolda. E non è detto che nemmeno per allora arrivi a una svolta a riguardo. “Si rischia”, è il commento di un dirigente renziano, “di non riuscire a giungere a una conclusione prima di novembre”.

 

Proprio per la difficoltà di trovare un candidato adatto e, soprattutto, in grado di battere Zingaretti, nel cerchio magico renziano c’è chi ritiene che l’ex premier dovrebbe sciogliere gli indugi e stringere velocemente un accordo con il governatore del Lazio, evitando così di finire stritolato da una manovra a tenaglia dei suoi nemici (Dario Franceschini e Andrea Orlando in testa). Ma l’ex segretario del Pd ha molti, troppi dubbi a riguardo, e non pensa che questa sia la soluzione giusta. Perciò prende tempo, riflette e cerca di capire come agire per evitare l’accerchiamento. Chi potrebbe dargli una mano in questo senso è Carlo Calenda, ma i rapporti tra i due non si possono certo definire buoni.

 

Nel frattempo, comunque, una parte dei renziani scalpita e vorrebbe che il leader facesse veramente un passo indietro lasciando a loro la gestione delle cose di partito. Ma è solo un pezzo di quella componente, perché la maggior parte si rende conto che “senza Renzi non andiamo da nessuna parte”, e lo ammette senza troppi giri di parole.

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