Da Maroni e Sala lezione di regole al governo che verrà

Redazione

L'ex governatore della Lombardia e il sindaco di Milano, alla presentazione del libro del direttore Cerasa, difendono Mattarella dagli attacchi giallo-verdi. Il leghista: “Auguro a Salvini di avere successo al Viminale”

No a giudizi arbitrari e aprioristici sul governo Lega-M5s. Ma anche no agli attacchi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l'ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni, guardano da Milano a cosa sta succedendo in queste ore nella Capitale. E anche se le posizioni di partenza rispetto al governo che verrà sono diametralmente opposte, non mancano i punti di contatto.

 

I due li evidenziano intervenendo alla presentazione di “Abbasso i tolleranti”, ultimo libro del direttore del Foglio Claudio Cerasa, presso la Feltrinelli di piazza Piemonte. “Mi pare che chi ha vinto le elezioni non rappresenti le élite - sottolinea Maroni - Io non temo la novità che è stata portata. Io non temo il governo Lega-M5S, non farò il tifo perché fallisca e succeda al disastro, voglio che abbia successo Salvini, ieri l'ho incontrato e gli ho dato dei consigli. Non condivido la scelta che ha fatto ma le proposte. Aspetterei di vedere che cosa fanno, che cosa sanno fare. Mi auguro che, se nasce il governo, si lasci fare e poi giudicheremo”.

 

Anche Sala, per quanto riguarda l'esecutivo, aspetta la prova dei fatti: “Non voglio dare giudizi aprioristici”. Anche se subito aggiunge: “Ci sono cose che non apprezzo. Serve che qualcuno confermi il rispetto delle regole. Siamo al paradosso che oggi essere rivoluzionari vuol dire essere persone che rispettano le regole. Vedo quasi minacce al presidente Repubblica, pressioni indebite. Leggo in questo momento qualche pericolo, non è pensabile che si arrivi a una situazione in cui i leader politici minaccino il presidente della Repubblica. Se l'aria è questa cercherò nel mio piccolo di essere ancora più educato e garbato e sarà il mio piccolo modo di essere rivoluzionario”.

 

Anche Maroni non ha gradito certi toni usati nei confronti del Capo dello Stato: “Il presidente della Repubblica ha dei poteri diversi da quello della Francia o di altri Paesi ma non è un notaio che prende atto di quello che qualcuno decide. Il premier incaricato può proporre i ministri che giurano nelle mani del presidente della Repubblica, quindi non può nominarli o revocarli può proporli e chi sta dall’altra parte può e deve dire la sua. È regola degli equilibri del sistema democratico e il Presidente ha un altro potere di interdizione forte, quello di firmare o no i decreti leggi. Consiglio ai giovani leader di dare ascolto a queste regole perché non è una prova di forza muscolare, la prova del governo parte rispettando le regole”.

 

Poi, comunque, ribadisce il proprio sostegno a Salvini: “Salvini deve avere determinazione. D’altronde, hanno scritto il programma e il contratto di governo e, quindi, chi andrà al governo non dovrà fare altro che dare attuazione. Lui ha l’ambizione di andare al ministero dell’Interno, ieri l’ho incontrato e gli ho promesso la mia collaborazione e qualche consiglio vista l’esperienza che ho. È mio successore? Questo sì, gli auguro il successo che merita chi ricopre quella carica. Avere successo come ministro dell’Interno vuol dire risolvere problemi di sicurezza, dell’immigrazione clandestina, e garantire a tutti i cittadini luoghi più sicuri e una vita migliore. Faccio il tifo perché abbia successo”. E a chi gli chiede se sarà lui il prossimo leader della Lega, risponde: “Io segretario della Lega? No, assolutamente no, io ho chiuso con questa parte della mia vita, ho già fatto il segretario della Lega e tutto voglio fare tranne che tornare a farlo”.