Il sequestro di Arcore

Redazione

Silvio Berlusconi, tra Niccolò Ghedini e Gianni Letta. Due ipotesi di futuro e di governo

Roma. Il suo più vecchio amico lo chiama spiritosamente “il sequestrato di Arcore”. E il sequestratore sarebbe Niccolò Ghedini, l’avvocato e parlamentare che adesso, anche tramite Licia Ronzulli, l’assistente del Cavaliere, gestisce la cosa più importante che esista in Forza Italia: l’agenda di Silvio Berlusconi. E così, intorno al Sultano di Arcore, si consuma un conflitto non solo di carattere, ma anche di linea politica, tra l’attendismo del partito azienda, di Mediaset e Mondadori, la cautela dialogante di Gianni Letta, e il piglio decisionista dell’onorevole e avvocato Ghedini, appunto, nuovo macchinista di Arcore, l’uomo che ha preso il posto di architetto di retrovia un tempo riservato a Denis Verdini. E tutto il tramestio, che si compone di mezze battute, telefonate, inviti a cena mancati, sospetti e persino gelosie, ruota attorno alle consultazioni che sono cominciate tra i partiti. Ma soprattutto intorno all’atteggiamento da mantenere nei confronti di Matteo Salvini e del Movimento cinque stelle, che si studiano e si corteggiano. E allora da una parte c’è il veneto Ghedini, che sembra disposto all’impossibile: il governo Salvini-Di Maio con Berlusconi, pur di evitare le elezioni. E poi c’è Letta, morbido, felpato, capace di parlare con i Cinque stelle – con Emilio Carelli, il giornalista e neo deputato grillino che ai tempi del Tg5 era molto vicino a Fedele Confalonieri – ma che contemporaneamente tiene vivo il fuocherello di un patto di sistema, di un grande accordo tra tutti i partiti, sulla linea già esplicitata da Dario Franceschini per conto del Pd. Come ha detto al Quotidiano dell’Umbria Andrea Cangini, giornalista, neo deputato vicino a Letta, “bisogna vedere con quali obiettivi politici, ma in astratto sì”, il centrodestra potrebbe appoggiare un governo tecnico o istituzionale. Un’ipotesi, questa, che a sinistra, per esempio, probabilmente non piace soltanto al Pd derenzizzato, ma pare, chissà, persino a Matteo Renzi.

 

Tuttavia è al carro di Salvini, e al suo esperimento di dialogo con Di Maio, che il “sequestrato di Arcore” sembra essere stato legato con la corda. E non è certo un caso che al vertice tra il Cavaliere, Salvini e Giorgia Meloni, a cena, non fosse presente, proprio perché gli inviti li faceva Ghedini, Gianni Letta, il teorico della linea opposta. Così quella famosa sera, dopo il vertice, è lo spin della Lega a raggiungere i giornalisti: “C’è un’investitura del Cavaliere a Salvini. Un via libera”. Silenzio invece da Arcore. Silenzio assenso di Ghedini. Ma Berlusconi? Il Cavaliere non è convinto di niente, ma come sempre è disposto a tutto. Un passo alla volta. Per prima cosa, tra una settimana, si eleggono i presidenti di Camera e Senato. E come dice Maurizio Gasparri, “se Salvini è seriamente intenzionato a provarci a fare un governo di centrodestra eleggerà uno di Forza Italia al Senato. Se nominerà Giorgetti, o un altro leghista, andrà in scena un altro film”. E il sequestrato di Arcore potrebbe anche liberarsi.

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