Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Sospesi 42 deputati del M5s che tentarono il blitz alla Camera

Redazione

La protesta in Aula anti-vitalizio e l'irruzione in ufficio di presidenza dello scorso 22 marzo saranno sanzionati con l'interdizione. Quindici giorni la sanzione massima. Ma quando si vota il biotestamento saranno tutti presenti

La protesta in Aula anti-vitalizio e il blitz in ufficio di presidenza dello scorso 22 marzo è costata caro ai parlamentari 5 stelle. Sono in tutto 42 i deputati del Movimento che saranno sanzionati con diversi giorni di sospensione, autori di fatti "senza precedenti e di una gravità assoluta", con "modalità aggressive", come denunciato dall'ufficio di presidenza, per aver interrotto lo scorso 22 marzo i lavori della Camera durante lo svolgimento del question time, mentre era in corso la diretta televisiva.



Dopo che era stata bocciata la loro proposta sulle pensioni dei parlamentari, i pentastellati avevano tentato di fare irruzione nella biblioteca della presidente, mentre era in corso la riunione dell'ufficio. Nel tentativo di forzare il cordone messo in atto dagli assistenti parlamentari si è scatenato un parapiglia che ha comportato il ricorso alle cure mediche in infermeria per 4 assistenti.

 

L’organismo di Montecitorio ha sanzionato con 10 i giorni di sospensione i 5 stelle che hanno protestato in Aula ma restando nei loro banchi; 12 giorni per chi ha protestato sotto i banchi della presidenza; 5 giorni per chi ha protestato davanti alla porta dell'ufficio di presidenza e 15 giorni per chi ha tentato di entrare (sanzione, quest'ultima, che riguarderebbe 19 persone). Alcuni dei 42 deputati M5s sanzionati oggi dall'Ufficio di presidenza della Camera con il voto a favore di tutti i gruppi, tranne i 5 stelle che si sono astenuti, alcuni hanno ricevuto una doppia sanzione, per un totale massimo di 27 giorni di sospensione. Rientrano tra questi i deputati Sorial, Vacca e L'Abbate.



Alcuni esponenti M5s, tra cui il capogruppo Roberto Fico, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, oggi sono usciti dal Palazzo e hanno esposto le fotografie dei vari membri dell'ufficio di presidenza (da Roberto Giachetti a Simone Baldelli, passando per Marina Sereni). Per protestare contro le sospensioni i grillini si sono messi in fila, davanti a telecamere e fotografi, mostrando cartelli con il volto dei deputati degli altri partiti che fanno parte dell'ufficio di presidenza e che sono "responsabili" di aver bocciato la proposta 5 stelle di estendere la legge Fornero anche ai parlamentari. Su ogni manifesto c'è la faccia del deputato, il suo nome, il partito di riferimento e sotto lo slogan #sifreganolapensione. Di Maio ha spiegato che si tratta delle "facce di chi ha respinto la nostra proposta" e ha accusato: "La legge della giungla qui dentro dice che qui ognuno si fa i suoi interessi". 

 

Riccardo Fraccaro, membro grillino dell'ufficio di presidenza, al termine della riunione, ha riferito che i giorni di sospensione saranno scaglionati per evitare una assenza di massa in Aula, e comunque non riguarderanno i giorni in cui sarà votato il biotestamento, così come chiesto dal M5s. "Alcuni dei nostri sono stati puniti solo perché sostavano fuori l'Ufficio di Presidenza per sapere cosa avessero votato queste persone", ha spiegato ai cronisti Di Maio. "Come al solito - ha proseguito - chi si prende la pensione è anche colui che dice di aver difeso la democrazia e l'indipendenza dei politici, chi combatte contro le pensioni viene punito. Per noi non è una preoccupazione. Questi 15 giorni li utilizzeremo per girare meglio l'Italia e raccontare le schifezze che si votano qui dentro".