Luigi Di Maio e Lorenzo Fioramonti (foto LaPresse)

Che cosa non torna nella smentita di Fioramonti sul suo antisionismo

Enrico Cicchetti

Per dire che una notizia non è vera, non basta cancellarla

Il movimento che fa della rete la sua arma politica e lancia in continuazione proclami fideistici verso la democrazia di internet dovrebbe sapere bene che il web non dimentica: magari nasconde ma non distrugge. E così, seguendo le tracce del professor Lorenzo Fioramonti, il Foglio è riuscito a recuperare lo “statement”, la dichiarazione ufficiale che il Centre for the Study of Governance Innovation (GovInn) dell’università di Pretoria, del quale Fioramonti era direttore, pubblicò sul proprio sito con le motivazioni per cui il candidato grillino al ministero dello Sviluppo si ritirò da un convegno, al fine di boicottare Israele.

  

Un breve rewind. Lorenzo Fioramonti, docente all’Università di Pretoria in Sud Africa, è stato indicato dal candidato premier per i 5 stelle Luigi Di Maio, come suo eventuale ministro dello Sviluppo economico. Nel 2016 il docente si è ritirato da un convegno sulla gestione idrica sudafricana per aderire al “boicottaggio accademico internazionale contro gli ufficiali israeliani”. La sola presenza dell’ambasciatore israeliano, Arthur Lenk, fu infatti sufficiente ad annullare l’incontro e la collaborazione. Due mesi dopo, i ministri sudafricani firmarono un memorandum di collaborazione per lo sviluppo delle fonti idriche sudafricane con l’Iran. Che però, a differenza di Israele, non ha alcuna esperienza in materia, ma un poco invidiabile record di crisi idriche.

  

Fioramonti era comunque soddisfatto, tanto che rivendicò anche su Twitter quel gesto, taggando “BDS South Africa”, la rete di boicottaggio israeliano. E lo ribadì in un'intervista a DailyVox.

  

 

In questi giorni, Fioramonti ha provato a smentire tutto. Si tratta di una “strumentalizzazione senza precedenti di un episodio avvenuto due anni fa”, ha detto. Di Maio all’Ansa ha replicato che la notizia "non è vera”.

 

Stranamente, delle prese di posizione del professor Fioramonti, sul sito del GovInn dell’Università di Pretoria non c’è traccia. O meglio: una traccia c’è, ma porta a una pagina inesistente, con un errore 404. Il server, cioè, non trova ciò che è stato richiesto. Però cercando nella cache – che potremmo definire la memoria nascosta, un’area estremamente veloce ma di bassa capacità che serve a velocizzare l'esecuzione dei programmi – ecco apparire un intero paragrafo della dichiarazione di Fioramonti, pubblicata sul sito dell’istituto di Pretoria. E si spiega che “il direttore di GovInn, Lorenzo Fioramonti, ha rilasciato una dichiarazione in merito al suo ritiro dal panel” perché “il summit era stato presentato come incentrato sulle questioni di una gestione equa e sostenibile dell'acqua per alleviare la povertà”, ma “nonostante diverse richieste, un programma dell'evento non è mai stato condiviso con lui”.

   

   

Sotto a queste parole c’è un link al “testo completo”, che però è “rotto”. Abbiamo contattato l’Università di Pretoria per chiedere di poter vedere il file e per capire se sapessero come mai è stato cancellato. Dal Sud Africa ci è stato risposto che la gestione del sito è affidata a terzi con cui cercheranno di metterci in contatto. Nel momento in cui questo articolo viene pubblicato, non è ancora stato possibile farlo.

   

Ma il web non dimentica, appunto. Nasconde solo. Nella “description” che su Google appare sotto al link corrotto, ci sono altre parole della dichiarazione di Fioramonti.

 

     

Un breve ricerca con alcune di queste parole chiave porta a una bacheca Facebook. È la pagina della National Coalition 4 Palestine # NC4P, un ombrello di associazioni sudafricane per il boicottaggio di Israele. E qui ecco comparire i paragrafi mancanti della dichiarazione di Fioramonti, sparita dal sito del GovInn. Oltre alle parti che già conosciamo, il documento continua così:

   

Venerdì 29 gennaio, il nome del Prof. Fioramonti è apparso sulla versione stampata di Mail e Guardian, come partecipante all'evento, nonostante non sia stato ancora inviato alcun programma ufficiale. Dopo avere esaminato la pubblicazione, è emersa una serie di problemi.

La prima preoccupazione era che un rappresentante ufficiale dello stato di Israele, il signor Arthur Lenk (ambasciatore israeliano nella Repubblica del Sud Africa), fosse anche lui elencato nel panel. Come è noto a molti, esiste un boicottaggio accademico internazionale contro i funzionari pubblici israeliani, i cui principi e scopi sono condivisi dal prof. Fioramonti. Lui crede che questa posizione sia necessaria per sostenere quei gruppi israeliani e le loro controparti palestinesi che cercano attivamente una pace giusta e sostenibile. Ci sono anche molte prove del modo in cui le politiche di Israele hanno portato alla privazione di un accesso vitale alle risorse idriche alle comunità palestinesi, una violazione dei diritti umani spesso nascosta dietro discussioni pseudo-tecniche sulla desalinizzazione, un processo che i funzionari israeliani sono spesso desiderosi di presentare come soluzione ai problemi idrici in tutto il mondo”.

   

Insomma, per dire che una notizia non è vera, non basta cancellarla. Il professor Fioramonti renda noto se è ancora convinto di quanto sosteneva nel 2016. E Luigi Di Maio spieghi la posizione del Movimento 5 stelle sul boicottaggio di Israele.