Lorenzo Fioramonti (foto LaPresse)

I 5 stelle e la grande sete di boicottaggio d'Israele

Giulio Meotti

Il “ministro” Fioramonti e la penuria d’acqua in Sud Africa (che ha chiesto aiuto all’aridissimo Iran)

Roma. Il 9 luglio sarà il “Giorno zero”, quando le riserve d’acqua in tutta Città del Capo raggiungeranno il 13,5 per cento della capacità. A quel punto, secondo il sindaco Patricia de Lille, inizieranno i razionamenti e i 3,7 milioni di abitanti dovranno recarsi in uno dei duecento punti di raccolta dell’acqua. Se il Sudafrica avesse accettato l’offerta di aiuto da parte di Israele, leader mondiale nel settore, il paese avrebbe avuto molta meno sete. Lo ha spiegato la Reuters lo scorso 5 febbraio: “Il governo sudafricano, fortemente allineato con la causa palestinese, ha snobbato le offerte di aiuto fatte dall’ambasciatore israeliano. L’anno scorso la sola presenza di un ambasciatore israeliano in un comitato per discutere la gestione dell’acqua ha suscitato una tale protesta che una conferenza è stata cancellata”. Una settimana fa è uscito anche un articolo del Wall Street Journal: “Città del Capo andrà a secco a causa dell’avversione a Israele”.

 

“Siamo disposti a condividere le competenze per aiutare il Sudafrica con i suoi problemi di siccità”, aveva detto Michael Freeman, portavoce dell’ambasciata israeliana in Sudafrica. “Non vediamo l’ora di aiutare”.

 

A far precipitare l’organizzazione della conferenza la decisione di un italiano, Lorenzo Fioramonti, docente all’Università di Pretoria, che si è ritirato da quel convegno a causa del “boicottaggio accademico internazionale contro gli ufficiali israeliani”. La sola presenza dell’ambasciatore israeliano, Arthur Lenk, fu sufficiente ad annullare l’incontro e la collaborazione. “Ci sono prove sufficienti per mostrare come le politiche di Israele abbiano portato via l’acqua dalle comunità palestinesi” disse Fioramonti al Daily Vox. “E’ anche grazie al mio ritiro e al dibattito che ha generato nei media e nella società civile che molti sudafricani stanno imparando cosa sta succedendo con l’acqua in medio oriente”. Fioramonti spiegò anche che i sudafricani “sono sensibili alla situazione in medio oriente e alle somiglianze con l’apartheid”.

 

Il docente di Pretoria è stato indicato due giorni fa da Luigi Di Maio, candidato premier per i 5 stelle, come suo eventuale ministro dello Sviluppo economico. Fioramonti rivendicò anche su Twitter quel gesto, taggando “BDS South Africa”, il boicottaggio israeliano. “Il boicottaggio accademico, propugnato da Fioramonti, è ancora più odioso del boicottaggio economico” dice al Foglio Alessandro Litta Modignani, presidente dell’Unione della Associazioni pro Israele. “Inoltre vorrei ricordare che queste non sono posizioni della sola base dei 5 stelle, ma del suo vertice. Beppe Grillo ha detto che gli occidentali pensano che l’Iran sia una dittatura perché tutto è filtrato dal Memri e l’onorevole Bernini pensa che il sionismo sia una ‘piaga’”. Duro l’onorevole Emanuele Fiano del Pd: “E’ una vergogna senza scusanti, un fatto immorale”. Davide Romano, segretario dell’Associazione amici di Israele ed esponente di spicco della comunità ebraica di Milano, al Foglio riassume così la posizione 5 stelle: “Nulla contro tutti gli stati del mondo, comprese le dittature sanguinarie, tutto invece contro la democrazia israeliana. Sarà perché è il paese dove vivono tanti ebrei? A voi la non ardua risposta. Resta comunque un fatto grave che il possibile ministro dello sviluppo economico boicotti uno dei paesi più innovatori al mondo”.

 

Resta da capire se la posizione di Fioramonti (anche in economia, come spiegato qui) sia condivisa da Luigi Di Maio, che ieri si è limitato a discolpare il suo “ministro” senza entrare nel merito della vicenda.

 

“Vorremmo capire se le posizioni espresse da Fioramonti di appoggio al boicottaggio di Israele, ignaro del fatto che questo movimento è fuori legge in molti paesi del mondo, siano condivise dal 5 stelle”, dice al Foglio Barbara Pontecorvo, presidente dell’Osservatorio Solomon sulle discriminazioni e l’antisemitismo.

 

Due mesi dopo la cancellazione del convegno con l’ambasciatore israeliano Lenk e il professor Fioramonti, i ministri sudafricani volarono non a Gerusalemme, ma a Teheran, tornando a casa con un memorandum di collaborazione per lo sviluppo delle fonti idriche sudafricane. Purtroppo per Città del Capo l’Iran, a differenza di Israele, non ha alcuna esperienza in materia, ma un poco invidiabile record di crisi idriche spaventose. Il 19 gennaio scorso il New York Times ha dedicato un articolo alla mancanza d’acqua in Iran. David Michel, un analista dello Stimson Center, ha spiegato che il tasso di esaurimento delle acque in Iran è oggi tra i più rapidi al mondo, tanto che, secondo i calcoli di Michel, 12 delle 31 province del paese “esauriranno completamente le loro falde acquifere entro i prossimi 50 anni”. Il lago Urmia, una volta il più grande lago salato della regione, è diminuito del 90 per cento in appena mezzo secolo.

 

I sudafricani a questo punto vorrebbero una risposta dal professor Fioramonti e dai 5 stelle: quando arriverà il “Giorno zero”, cosa dovrebbero bersi, un litro di boicottaggio antisraeliano e di rivoluzione iraniana? 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.