Luigi Di Maio (foto LaPresse)

La truffa della Costituzione grillina

Redazione

Dagli imputati, ai ministri. Le regole di un blog valgono più della Carta. Orrore

Gli azzeccagarbugli del M5s s’inventano regole che sistematicamente violano oppure che di volta in volta aggiustano, raddrizzano, interpretano. Se ti sei candidato con un altro partito o un’altra lista in qualche elezione precedente, il regolamento dice che non puoi essere candidato. Epperò, il partito di Grillo & Casaleggio è subito pronto a spiegare che no, era una candidatura civica e che non c’è incompatibilità. Si gioca con le parole e con la verità delle cose, naturalmente, come nel caso di Patty L’Abbate, già in campo alle amministrative del 2012 con il partito di Adriana Poli Bortone, Io Sud. C’è naturalmente una scusa per tutto: Antonio Tasso, colto in flagrante perché si era dimenticato di informare i vertici del partito di quella vecchia prescrizione dopo una condanna in primo grado, si è difeso dicendo che lui ha il casellario giudiziale “pulito”. E vorremmo ben vedere: il processo è finito con la decorrenza dei termini per la prescrizione. L’importante, comunque, è che sia pulito il casellario a cinque stelle. Quello sì che deve essere immacolato. Senza macchie di indagini (citofonare Salvatore Caiata) e con i pagamenti in regola. Anche perché altrimenti insieme al casellario c’è il bollettino dei protesti a cinque stelle. Il partito di Grillo & Casaleggio usa il legalese per difendersi e per costruire una Costituzione personalizzata, nella quale il candidato Di Maio va al Colle a portare la lista dei ministri prima che ci sia stato il voto. Niente ha senso, solo quello che entra negli scombiccherati regolamenti del Movimento.