Anna Falcone (foto laPresse)

Perché LeU e Potere al Popolo si scannano sul 41 bis

Massimo Bordin

Polemicuzze sui programmi. La conferma di come sia irrefrenabile per una certa sinistra la tendenza alla cultura del sospetto

Nel giorno delle grandi polemiche sui bonifici e dell’affollamento inusuale agli sportelli della banca interna di Montecitorio, nella certezza che troverete tutto quello che di intelligente c’è da dire in materia in altri articoli di questo giornale, qui oggi ci si occupa di piccole polemiche. Avere messo nel programma la modifica del 41 bis e l’abrogazione di altre norme emergenziali ha attirato sulla lista di estrema sinistra Potere al popolo gli strali di molti benpensanti politicamente contigui ma elettoralmente rivali. Alcune dichiarazioni dell’avvocata Anna Falcone, inserita in una posizione teoricamente forte nelle liste di Liberi e uguali, sono state lette dalla lista di sinistra rivale come una accusa infamante di ricerca del voto mafioso. Lettura non del tutto arbitraria, anche se per la verità l’avvocato Falcone non si è espressa così brutalmente. Non è detto che il dibattito sul tema si fermi qui anzi è possibile che finisca per confermare come sia irrefrenabile per una certa sinistra la tendenza alla cultura del sospetto e per valorizzare uno spunto originale nel programma di una lista che su altri temi, fra nazionalizzazioni e uscita dall’euro, pure non si mostra rassicurante. Lo scontro fra le due liste a sinistra del Pd continuerà e si accentuerà perché quel 7 per cento originariamente accreditato a Liberi e uguali, ribattezzato da qualche siciliano critico Liberi e Istissi, non solo non cresce ma viene eroso nei sondaggi da Pot. Pop., ora stimato intorno al 2 per cento. Le cosche non c’entrano, forse dipende dal fatto che almeno sono nuovi e non sempre gli stessi.

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