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+Europa e i suoi nemici

Marianna Rizzini

Torre Argentina blues. C’è radicale e radicale, e la voce ex post di Pannella è illusione acustica

Roma. Che cosa farà + Europa? si domandano in questi giorni coloro che scrutano l’orizzonte pre-elettorale, dopo che la lista europeista-liberal-radicale ha stretto accordo tecnico, ma non solo tecnico, con Bruno Tabacci. Emma Bonino ha detto infatti alla Stampa che “l’intesa con il Pd è ancora possibile”, ma se ne sta discutendo (nelle prossime ore è attesa la decisione sul piano nazionale, mentre sul Lazio e sulla Lombardia il dialogo ferve). E mentre il supporto alla creatura europeista giunge da più parti (Elsa Fornero compresa – tanto che, secondo il Corriere della Sera, le potrebbe arrivare l’offerta di una candidatura), attorno al termine “radicale” continua a consumarsi – sotterraneo – un piccolo, consistente dramma. Oggi infatti, anche se non da oggi, non si può dire “radicale” a cuor leggero, ché c’è radicale e radicale, e il distinguo non è peregrino, anche se i fan del passato, cioè degli anni in cui a dire “radicale” non si correva il rischio di confondere questi con quelli, ancora sognano la “reunion” tra inconciliabili: continuano infatti a prodursi gli effetti della forte divergenza di opinioni, chiamiamola così, che ha portato alla divisione anche fisica (non più tutti in via di torre Argentina) tra i Radicali italiani di Riccardo Magi, ora impegnati con Bonino in + Europa (con l’Associazione Luca Coscioni) e il Partito radicale (di Maurizio Turco e Rita Bernardini, con l’Associazione Nessuno Tocchi Caino) asserragliato in una posizione che per i detrattori è “passatista-ortodossa” e per i cultori è di “fedeltà alla storia radicale”. Tutto divide coloro che marciavano più o meno uniti, specie la visione politica. E insomma dal giorno in cui Turco ebbe a dire che “il Partito radicale non ha alcun rapporto politico con Radicali italiani, tranne di tipo parassitario… che vede radicali italiani occupare la sede e relativi servizi, telefoni compresi, pagati dal partito radicale”, la situazione non è cambiata, se non per il fatto che i Radicali Italiani, che sul fronte romano presidiano il Campidoglio per il caso Atac, hanno spostato la sede altrove.

 

Cappato non si candida

E anche sul fine vita c’è chi, da giorni, in area radicale (area estesa), si domanda se abbia per caso voluto significare qualcosa il fatto che Maria Antonietta Farina Coscioni, ex deputata ed esponente del Partito Radicale di Turco, abbia letto il testamento di Marina Ripa di Meana in cui si parlava di sedazione profonda (in Italia, per i malati terminali) come di alternativa al suicidio assistito in Svizzera (anche in assenza di malattia terminale – il caso dj Fabo per cui è sotto processo Marco Cappato, che proprio in vista del processo, con dibattimento domani, ha annunciato su Facebook la volontà di non candidarsi: “Non sarò candidato”, scrive Cappato, “per non interferire con il processo a mio carico. Farò campagna per +Europa, cioè per una Europa federale e democratica, che sappia promuovere le libertà civili e il diritto alla scienza, in alternativa a nazionalismi e proibizionismi”.

 

Illusione acustica è, in ogni caso, la voce in teoria unificante del compianto Marco Pannella, voce che irrompe quasi ogni volta ci si sintonizzi su Radio Radicale. E chissà se l’intenzione è quella di evocare lo spirito del leone radicale – univocamente radicale – proprio mentre non si riesce a tenere insieme i radicali dell’una e dell’altra casa neppure nel palinsesto, ferma restando l’idea post-buddista di puntare, come è stato spiegato più volte alla radio e non solo, alla “compresenza” dei vivi e dei defunti. E se Nessuno Tocchi Caino conferisce a chi lotti contro la pena di morte, a turno, il premio “abolizionista dell’anno”, a Pannella, ex post, è stato conferito addirittura il premio “abolizionista del secolo”. E anche se il volto di Pannella occhieggia dal muro di quella che fu l’unitaria sala di presidenza in Torre Argentina, con effetto di gloriosa carta da parati, la nostalgia per i bei tempi andati non allevia i problemi politico-economico-identitari da bi-tripartizione (c’è anche il post-radicale Giovanni Negri che, con “La Marianna”, ha stretto alleanza con Energie per l’Italia di Stefano Parisi). Così, mentre Europa marcia verso la scena elettorale, guardata favorevolmente, tra gli altri, da Carlo Calenda e Roberto Saviano, i problemi suddetti si rendono plasticamente evidenti: in dicembre sì è consumato il “gran rifiuto” di Rita Bernardini all’offerta di candidatura in +Europa con Emma Bonino, al grido di “il fatto che mi proponiate una candidatura nella vostra lista mi porta a pensare che il mio comportamento politico non sia stato chiaro ai vostri occhi e ciò mi dispiace perché ero convinta di essermi manifestata in modo limpido… almeno da quando le vostre strade sono confluite in un’unica strada contraria a quella percorsa da Marco Pannella… non è per caso che i soggetti politici che rappresentate con le vostre firme siano stati i più acerrimi boicottatori… del raggiungimento nel 2017 dei 3000 iscritti”. E se alla Befana, segretamente, il Partito Radicale di Turco si riuniva a Pontassieve per parlare di raccolta fondi, lo stesso Partito Radicale di Turco non interrompeva i contatti con i socialisti, tanto che e a Roma ha preso piede la leggenda metropolitana – o notizia? – di una futura presentazione del simbolo della Rosa del Pugno in chiave anti + Europa). Nel Pd, comunque, si attende che le parole di Bonino – “il Pd non è mio nemico” – facciano il loro corso (e si spera che + Europa continui ad attirare attestati di fiducia preventiva).

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