Piero Landi (foto Facebook)

Il M5s caccia il candidato massone

David Allegranti

Piero Landi corre a Lucca nel collegio uninominale della Camera “contro la mafia e la massoneria”. Al Foglio, però, risulta iscritto alla loggia Francesco Burlamacchi. Dallo scorso 5 febbraio è “in sonno”. Lui smentisce, ma i vertici lo espellono

Aggiornamento delle ore 17.56 Secondo quanto riferisce l'Agi Piero Landi, è stato espulso dai vertici pentastellati perché, "oltre ad essere massone ha mentito perché non l'ha detto".

 


 

Roma. C’è un altro massone tra i candidati del M5s, dopo il caso di Catello Vitiello in Campania? Nome, cognome e data di nascita, stando a quanto risulta al Foglio, corrispondono con quelli registrati negli elenchi del Grande Oriente d’Italia: Piero Landi, 7 aprile 1972, candidato del partito di Grillo e Casaleggio nel collegio uninominale della Camera a Lucca e originario della Garfagnana, iscritto alla loggia Francesco Burlamacchi, “in sonno” dallo scorso 5 febbraio.

 

La fonte del Foglio riferisce anche ulteriori dettagli che verranno svelati in un articolo in edicola domani. Non secondario, però, è il fatto che Landi ha scritto due status pubblici, uno il 2 febbraio e l’altro il 5 sulla sua pagina Facebook e sul suo profilo, per spiegare l’adesione al M5s e la sua discesa in campo: “Mi ha colpito particolarmente il buon senso delle idee portate avanti nei molteplici aspetti della vita del cittadino; nella difesa del territorio come risorsa immarcescibile e necessaria per il benessere comune; nella difesa della legalità e della trasparenza, nella lotta alle mafie e alla massoneria; nella nuova visione di paese, di un fisco amico che sostiene e indirizza anziché reprimere e penalizzare”. Insomma, verrebbe quasi da dire che Landi si sia candidato contro se stesso.

   


  

 

Interpellato, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, risponde così: “Non posso confermare né smentire. Chiedetelo a lui”. Il Foglio dunque ha contattato il candidato del M5s.

  

Piero Landi smentisce di aver mai fatto parte della loggia Burlamacchi ma ammette di aver fondato a Lucca un'associazione, “Italia punto e a capo”. In questa associazione ci sono appartenenti alla massoneria? “Sì - risponde - però io non posso dirle altro. Sì, perché è noto a tutti ma… Non… Naturalmente da questo movimento o comunità di ascolto io ho dato le dimissioni appena ho dato le disponibilità al M5s. Non sono più con loro”. Dopo la telefonata con il candidato del M5s, il Foglio ha contattato nuovamente la propria fonte, che conferma sia l’iscrizione sia l'assonnamento. Domani tutti i dettagli nel Foglio in edicola.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.