Il sindaco di Roma Virginia Raggi (foto LaPresse)

Come la Diccì. Le promesse romane del M5s

Marianna Rizzini

Assunzioni, reddito di cittadinanza, Fori gratis. Raggi promette perché l’elettore di Di Maio intenda

Roma. La campagna elettorale è in corso, il candidato premier a cinque stelle Luigi Di Maio si barcamena tra due opposte versioni di se stesso (l’aspirante uomo da salotto buono e il populista che non può lasciarsi scappare la piazza) e nel Lazio Roberta Lombardi, candidata presidente della regione, presenta gli altri nomi in corsa per il M5s e si propone come colei che scioglierà gli intoppi su “salute, rifiuti e politiche sulla famiglia”. Ma tutte le strade portano comunque a Roma, e a Roma c’è un sindaco di nome Virginia Raggi: la donna considerata, fino a poco tempo fa, ai vertici del Movimento, come uno dei possibili ostacoli lungo la strada delle urne vittoriose, visto l’avvio a dir poco burrascoso della consiliatura (vedi caso Marra e dimissioni a catena di assessori e capi delle municipalizzate).

 

A un certo punto, però, la strategia nel M5s è cambiata, e Raggi si è mostrata non soltanto come una strenua sostenitrice del “fare squadra” con Lombardi, sua nemica interna per antonomasia, ma anche come “amministratore perseguitato dai media”, figura che tanto piace all’elettorato a cinque stelle (nonostante gli evidenti problemi nell’amministrare). Complice una nuova sicurezza mostrata al pubblico alla serata inaugurale all’Opera di Roma, Raggi è stata ufficiosamente lanciata in prima linea, seppure in modo indiretto. Prova ne sono le sue dichiarazioni in stile Democrazia Cristiana degli anni d’oro, quando cioè si calcolava l’effetto-domino delle promesse (della serie: prometto di assumere tot persone e istantaneamente otterrò la simpatia magari anche elettorale di amici e parenti degli interessati dall’eventuale campagna di assunzioni). E da qualche tempo anche il sindaco di Roma batte sul tasto “assunzioni”: dopo l’estate ne prometteva 583 nel quadro del piano 2017-2019.

 

In autunno chiedeva al governo di sbloccare le assunzioni dei vigili, ché Roma era “sotto di 8000 unità”. All’inizio dell’inverno prometteva lo sblocco delle posizioni di tutti i vincitori del cosiddetto “concorsone”. Due giorni fa, invece, Raggi annunciava la prossima erogazione di un mini-reddito di cittadinanza (290 euro al mese “sperimentali” per 1500 romani di categorie disagiate, tra cui ragazze madri, ex detenuti ed ex tossicodipendenti), da finanziarsi, diceva il sindaco sempre in chiave di aiutante occulta del Di Maio nazionale, con i soldi risparmiati dal M5s capitolino. Se a questo si aggiunge la suggestione dei “Fori gratis” e del Lungomuro da abbattere a Ostia (promessa fatta prima delle elezioni nella cittadina litoranea), la linea appare chiara. E pazienza, per il sindaco ormai lanciato sulla scena pre-voto, se dall’opposizione di destra e di sinistra dicono “aria fritta”.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.