Manlio Di Stefano (foto LaPresse)

La fatwa di Di Stefano: “I truffatori rinuncino all'elezione o per loro sarà l'inferno”

Valerio Valentini

Il responsabile Esteri del M5s attacca i parlamentari coinvolti nel caso dei falsi rimborsi: “Se non manterranno la promessa di dimettersi dovranno sopportare un clima infame per cinque anni”

Risponde scherzando, Manlio Di Stefano. La brutta faccenda dei rimborsi gonfiati dei parlamentari grillini non gli ha tolto il buonumore. “No, non sono nel posto dove tutti, immagino, suppongono che io sia”, dice il responsabile Esteri del M5s. “E cioè – aggiunge – non sono né in coda alla banca, per rimediare in extremis, né a Roma”.

 

Ma come, Di Stefano. Non è andato alla riunione convocata da Luigi Di Maio?

“Ma no, quella è una notizia travisata. È vero che in tanti sono andati nella Capitale, ma solo perché è lì che hanno le loro filiali di riferimento e dunque stanno cercando di capire se c'è stato qualche disguido”.

 

Disguido? Non sarebbe più corretto “furbata”?

“Guardi, se qualcuno ha agito con dolo, per lui non ci sarà più spazio nel Movimento”.

 

Hanno fatto il bonifico e poi lo hanno revocato dopo aver pubblicato la ricevuta sul sito. Difficile pensare che non abbiano agito con piena consapevolezza.

“Ovvio, ma bisogna aggiungere una cosa”.

 

Prego.

“In fondo questa inchiesta delle Iene ci dà anche un vantaggio”.

 

Un vantaggio?

“Certo. Ora tutti sanno che abbiamo restituito alla collettività oltre 23 milioni di euro, senza che nessuno ce lo ordinasse”.

 

E va bene, ma qualcuno ha truffato. Dunque?

“Dunque per noi sono fuori dal Movimento”.

 

Verranno comunque eletti. Lo sa bene.

“Ma abbiamo preteso che firmassero un documento che li impegna a non accettare la proclamazione il primo giorno di seduta in Parlamento”.

 

Ma nessuno li obbliga, in ogni caso.

“Certo, è vero. Ma per loro non sarebbe affatto facile, né piacevole, restare in Parlamento, in quel caso. Per loro non ci sarebbe affatto un bel clima”.

 

In che senso?

“Nel senso che ci vuole pelo sullo stomaco per prendere in giro un intero gruppo e poi pensare di trascorrere tranquillamente cinque anni accanto a persone che si sentono tradite e offese. E a me non sembra che queste persone siano di questa fatta”.

 

Insomma sta dicendo che gli converrà mantenere la loro promessa?

“Esatto. Anche umanamente, quanto è accaduto è grave. Dunque nessuno pensi di cavarsela tanto facilmente”.

 

Ha sentito qualcuno dei suoi colleghi beccati?

“E perché avrei dovuto?”

 

Una parola di vicinanza, di solidarietà...

“No. Nessuna vicinanza e nessuna solidarietà”.