Alessia D’Alessandro

La candidata grillina "strappata alla Merkel" non lavora per Merkel

Daniel Mosseri

"Per il suo lavoro D’Alessandro non è legata ad alcuna questione politica", dice il portavoce del Consiglio economico della Cdu 

Berlino. Non bastava la prolungata crisi politica dovuta alla risicata vittoria elettorale a settembre. A complicare il lavoro di Angela Merkel è sopraggiunta la seconda fase del Dieselgate, con le rivelazioni sui gas di scarico testati su scimmie ed esseri umani. E c’è dell’altro: in queste ore il potente sindacato dei metalmeccanici, l’IG Metall, sta organizzando scioperi per il rinnovo del contratto della categoria. Insomma, fare la cancelliera della Germania è una fonte continua di grattacapi. Su una questione, però, la leader tedesca può stare tranquilla: Luigi Di Maio non le sta “strappando” i suoi consiglieri più pregiati. La notizia l’ha data il Corriere della Sera, annunciando la candidatura della 28enne Alessia D’Alessandro nel collegio uninominale di Agropoli, nel Cilento, per i colori del Movimento fondato da Beppe Grillo. “Dallo staff della Merkel a candidata Cinque Stelle”, titolava con importanza il sito web del giornale. Nel pubblicare la foto della D’Alessandro, su carta il Corriere scrive anche che la giovane è “una candidata strappata alla Merkel”, e ne riassume il curriculum lusinghiero: “Economista, plurilaureata, parla cinque lingue e lavora come staffista al Centro ricerche economiche della Cdu, il partito della Cancelliera tedesca”. Premesso che “staffista” non si sa bene cosa voglia dire, vuoi vedere che i grillini hanno tirato il colpaccio a una Merkel in crescente difficoltà? In effetti il curriculum della D’Alessandro è di tutto rispetto. Se il suo profilo su Linkedn dice il vero, la giovane ha studiato prima al prestigioso Istituto di studi politici di Parigi, per gli amici SciencesPo, poi alla Jacobs University Bremen, un’università privata della libera città anseatica, e infine alla Hertie School of Governance  di Berlino.

  

Ma fra l’aver studiato Global Economics and Management a Brema ed essere un’economista della Merkel c’è una bella differenza. “Alessia D’Alessandro lavora con noi da dieci mesi”, spiega al Foglio il portavoce della Wirtschaftsrat der CDU, Klaus-Hubert Fugger. A dispetto del nome, il cosiddetto “Consiglio economico della Cdu” è un’associazione di imprese vicina alla Cdu ma del tutto indipendente dal partito della cancelliera tedesca. “Rappresentiamo 12 mila piccole e medie imprese e abbiamo oltre un centinaio di dipendenti”, prosegue Fugger, sottolineando che D’Alessandro “è una delle due assistenti del direttore per gli associati”.

   

La giovane, insomma, “non si occupa di alcuna questione politica” ma aiuta nella cura delle relazioni fra l’associazione e i membri associati. Per le questioni politiche e ovviamente economiche, va avanti il portavoce, “abbiamo una ventina di economisti, ma per il suo lavoro D’Alessandro non è legata ad alcuna questione politica”. Quello delle separazione stagna fra la candidata grillina e la politica attiva del Wirtschaftsrat è un tema sul quale Fugger insiste più volte nel corso della conversazione telefonica, il che lascia immaginare che i piani alti dell’ente economico, se non della stessa Cdu, non abbiano fatto le capriole alla lettura del pezzo del Corriere. E per il futuro? “Il nostro statuto impedisce di lavorare per il Wirtschaftsrat e di impegnarsi attivamente in politica per cui stiamo negoziando l’uscita della D’Alessandro”, spiega il portavoce ribadendo una volta ancora che “l’impiegata non ha incarichi politici, per cui si tratta di una semplice questione fra datore di lavoro e lavoratore”. E poi sorride: “Non lavoriamo noi per Angela Merkel, figuriamoci se si può dire che lo fa lei”.