L'aritmetica del sacchetto biodegradabile

Antonio Gurrado

Quattro conti per capire che aveva ragione Oscar Wilde: “Solo una classe parla di soldi più spesso dei ricchi, e sono i poveri”

Sacchetto, sacchetto delle mie brame, chi è il più costoso del reame? Al supermercato ho creato una fila d’impazienti alle mie spalle perché mi sono incantato a fare due conti a mente. Anzitutto ho considerato che, secondo Assobioplastiche, la nuova legge potrebbe incrementare la spesa annua al massimo di 12,5 euro l’anno: dato che il costo medio di un sacchetto è 2 centesimi, se ne deduce che in un anno si dovrebbero acquistare 625 sacchetti, ovvero, supponendo una ragionevole media di tre ortaggi per volta, fare la spesa 208 volte l’anno, ossia quattro volte a settimana. Be’, state tranquilli che se fate la spesa quattro volte a settimana il vostro problema non è il sacchetto. Poi ho calcolato che l’abbonamento al gestore telefonico dello smartphone mi costa 15 euro ogni quattro settimane, ossia 3,75 euro a settimana, ovvero 54 centesimi al giorno: se trascorressi un’ora su internet a postare indignato foto di scontrini con la distinta del sacchetto, oppure a vantarmi di avere appiccicato lo scontrino direttamente sull’arancia, o anche a capire quale tipo di sportina monouso mi sia consentito portarmi da casa, be’, spenderei proprio quei 2 centesimi: tanto vale usarli direttamente per il sacchetto. Inoltre ho controllato che 2 centesimi è la puntata minima del gioco d’azzardo più economico di cui sia a conoscenza, Tombola.it, dove però la possibilità di vincita massima è del 4% sul 79% del montepremi costituito dalla somma di tutti i 2 centesimi investiti: è un parere personale ma francamente preferisco il sacchetto, le percentuali di trovarci frutta dentro sono più elevate. Infine ho computato che sono trascorsi 127 anni dal 1891, quando Oscar Wilde scrisse: “Solo una classe parla di soldi più spesso dei ricchi, e sono i poveri”. Non abbiamo ancora capito che vale anche per le nazioni, povere.

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