Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice (foto LaPresse)

La Lega molla Pirozzi nel Lazio e FI sostiene Fontana in Lombardia

Redazione

Ma il sindaco di amatrice resiste. E a destra vedono un complottone di Zingaretti. Gasparri verso la candidatura

Roma. Lazio e Lombardia, le due partite elettorali, lì dove il centrodestra rischia di vincere, sono collegate e rivelano una trama di mediazioni, contatti, giochi al rialzo e piccoli bluff tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, tra gli alleati serpenti Forza Italia e Lega. La premessa è che il partito nordista sa da due mesi che Roberto Maroni non intende ricandidarsi in regione, e dunque da due mesi, con il lavoro di Giancarlo Giorgetti, il partito di Salvini ha puntato a costringere Berlusconi, che preferiva in Lombardia la sua Mariastella Gelmini, a sostenere invece la candidatura del leghista Attilio Fontana. Ma Berlusconi resisteva (fino a ieri mattina, quando ha capitolato). E il Cavaliere ha capitolato perché Salvini ha sapientemente utilizzato Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice in corsa solitaria alle regionali del Lazio. Salvini lo ha infatti sostenuto, ha mandato la sua fidanzata Elisa Isoardi a presentare il libro di Pirozzi in pompa magna, ha confortato il sindaco del piccolo paese terremotato nelle sue velleità di candidatura, e ha scientemente alimentato tutto il gossip giornalistico intorno al sostegno leghista. E Salvini ha fatto tutto questo solo in chiave tattica. Di Pirozzi, in realtà, come del resto di tutta la partita laziale e romana, non gli importa molto.

 

Il core business della Lega è ancora e sempre il nord: è la Lombardia che va al voto. Come infatti aveva confessato un mese fa Giorgetti al compianto Altero Matteoli, il senatore di Forza Italia da poco tragicamente scomparso, l’uomo che si occupava per conto del Cavaliere delle trattative sulle regionali: “Voi convergete sul nostro uomo in Lombardia, cioè su Fontana, e noi molliamo subito Pirozzi”. Matteoli aveva recepito molto chiaramente il messaggio, e stava lavorando a una soluzione che solo la sua prematura scomparsa ha rallentato e complicato. E d’altra parte, questa della Lega, è una di quelle proposte che, come diceva il padrino, non si possono rifiutare. D’altra parte rimuovere Pirozzi, per Berlusconi e per Forza Italia, significa quasi certamente competere con ottime chance di vittoria nel Lazio, visto che, anche secondo gli uomini di Forza Italia, il sindaco di Amatrice potrebbe raccogliere un 3-4 per cento di voti. Abbastanza da far perdere il candidato di Forza Italia, altrimenti favorito su Nicola Zingaretti (centrosinistra) e Romberta Lombardi (M5s). Candidato che, ormai è chiaro, si chiama Maurizio Gasparri. Il senatore, ed ex ministro, è contemporaneamente attratto e repulso dall’idea.

 

Il problema rimane Pirozzi. Riuscirà Salvini a convincerlo a ritirarsi? I più maligni dicono di no, e raccontano di due imprenditori e sostenitori finanziari del sindaco di Amatrice, che sono – grave malizia – amici anche di Nicola Zingaretti, il candidato del centrosinistra. E allora ecco il complotto evanescente ma suggestivo che agita il sonno della destra: Pirozzi sarebbe tenuto in corsa per danneggiare il centrodestra e favorire il governatore uscente del centrosinistra. Possibile? Chissà. Certo è che le liste elettorali vanno consegnate entro fine mese e il tempo è pochissimo. 

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