LaPresse/Roberto Monaldo

Il dannoso tip-Tap di D'Alema

Redazione

La posizione dell’ex premier sul gasdotto è il manifesto della nuova sinistra

In America quando un politico cambia completamente idea su una questione, viene accusato di fare “flip-flop”. Un esempio in Italia è Massimo D’Alema sul Tap, che da quando è stato pizzicato dalla candidatura in Salento sembra tarantolato e non riesce a mantenere più la stessa posizione. Nel giugno 2013, a inizio legislatura, quando era ancora nel Pd, la posizione del lider Maximo sul gasdotto era chiara: “E’ un’opera – ha riportato ieri La Stampa – che può dare grandi vantaggi al nostro paese, diciamo. Differenziando le fonti di approvvigionamento di gas, può comportare vantaggi molto grandi per l’Italia”. E ancora: “Questo tubo arriva sotto terra, quindi non dovrebbe avere alcun impatto sulla costa in qualsiasi punto arrivi, diciamo. Io cercherei di sdrammatizzare la questione, perché non è che arriva questo tubo sulla spiaggia, come si è fatto credere, diciamo”. Per concludere: “Bisognerebbe cercare di dire la verità ai cittadini, non di raccontare della balle come spesso avviene, cercando di spaventarli e pensando così di fare audience, diciamo”. Adesso, da quando sente il fiuto della campagna elettorale salentina, D’Alema ha ribaltato le sue considerazioni sul Tap. Prima ha detto “ho sempre pensato che la scelta di San Foca-Melendugno come approdo di questa infrastruttura fosse una scelta infelice, diciamo. Comprendo le ragioni della protesta dei cittadini”. E adesso condanna il modo in cui il governo ha deciso sul Tap con “un atto di imperio” e con la “pretesa di militarizzare il cantiere”: “Di fronte a tanta sfrontatezza, l’intera rappresentanza salentina avrebbe dovuto mettere la testa sotto terra per la vergogna”. La sfrontatezza di D’Alema invece è quella di fare campagna elettorale su un investimento strategico ballando il tip-Tap con Michele Emiliano.

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