Angelino Alfano e Giuliano Pisapia (foto LaPresse)

Fuga dalle elezioni. Pisapia e Alfano annunciano: “Non ci candidiamo”

Redazione

Il leader di Campo Progressista: “Impossibile proseguire nel confronto con il Pd”. Il ministro degli Esteri: “Non lascio la politica, ma non guiderò io il partito”

Forse è ora di incominciare a preoccuparsi. Più si avvicinano le elezioni Politiche, più si allunga la lista di coloro che decidono di non candidarsi. Quasi che un virus misterioso si sia impossessato di leader di partito o presunti tali. C'è chi decide di non candidarsi per il figlio appena nato (vedi Alessandro Di Battista); chi perché forse spera di giocarsi la carta di “premier-tecnico” se dalle urne, come prevedibile, non uscirà una maggioranza chiara; chi, vedi Silvio Berlusconi, vorrebbe farlo ma molto probabilmente non potrà farlo (ma questa è un'altra storia); e chi invece, forse, ha capito che è meglio evitarsi un possibile “bagno di sangue”.

 

Sembra questo il caso di Giuliano Pisapia che dopo aver tentato, invano, di raggiungere un accordo tra il Pd e il suo Campo progressista ha alzato bandiera bianca. Morto il progetto e morta anche la sua possibile discesa in campo. “Ci abbiamo provato, per molti mesi - ha spiegato - con tanto impegno ed entusiasmo. Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo Progressista, è sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi. Oggi dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti nel nostro intento. La decisione di calendarizzare lo Ius Soli al termine di tutti i lavori del Senato, rendendone la discussione e l'approvazione una remota probabilità, ha evidenziato l'impossibilità di proseguire nel confronto con il Pd. Ringrazio di cuore tutte le donne e gli uomini che hanno creduto e si sono impegnati in questo progetto e che ora si muoveranno secondo le proprie sensibilità, la cui diversità è sempre stata, a mio modo di vedere, una delle ricchezze e risorse più importanti di questa esperienza. In Parlamento e nel Paese continuerà il nostro impegno per l'approvazione di norme di civiltà per il nostro Paese”.

 

 

Secondo le prime indiscrezioni gli ex-Sel che facevano parte di Campo Progressista confluiranno in Liberi e Uguali con Piero Grasso, mentre al fianco del Pd dovrebbe nascere una lista progressista che raccoglierà Verdi, prodiani, Centro democratico e candidature civiche. In realtà fonti della segreteria dei Democratici spiegano che al fianco del Pd ci saranno sicuramente: una lista di sinistra con ex-Sel come Zedda, Smeriglio, Stefàno; una centrista con Pier Ferdinando Casini e Beatrice Lorenzin; e + Europa di Emma Bonino. 

 

Nell'attesa Pisapia può comunque consolarsi pensando che la sua scelta di non candidarsi non è isolata. Nello stesso giorno, infatti, anche Angelino Alfano annuncia che non sarà della partita. “Ho scelto di non candidarmi alle prossime elezioni - dice ospite di Porta a Porta - e non farò nemmeno il ministro. Su questa mia scelta hanno influito anche gli attacchi ingiusti che ho subito. Non lascio la politica, ma non guiderò io il partito. Dal 5 di marzo, se si voterà il 4, non sarò né ministro né deputato. Voglio compiere questo gesto per dimostrare che tutto quello che io e i tanti amici che mi hanno seguito in questi anni, abbiamo fatto, è stato solo dettato da una sincera e fortissima convinzione a favore dell'Italia, motivata da una responsabilità in un momento in cui l'Italia rischiava di andare giù per il precipizio. Ho sempre detto che se non ci fossimo stati noi a portare sulle nostre gracili spalle di un partito del 4,4 per cento alle Europee la settima potenza del mondo, questa potenza non avrebbe conosciuto la crescita, invece saremmo ancora in recessione. E tutto sarebbe andato il peggio possibile. Oggi è il momento di dirlo con un gesto”.