Foto Pixabay

La riforma della Pubblica amministrazione spiegata con la carta igienica

Nicola Rossi

Suggerimento al presidente del Consiglio: per questi ultimi mesi faccia a meno del ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione. È giusto dare e subito il meritato riposo a chi ha ottenuto risultati di questa importanza

Caro direttore,

a pochi mesi dalla fine della legislatura c'è il rischio che una aspra campagna elettorale oscuri i risultati non trascurabili conseguiti nel corso della legislatura stessa e contribuisca così a rafforzare l'immagine di un paese incapace di cambiare. Sarebbe un peccato perché almeno in alcuni campi i passi avanti sono stati significativi e capaci di incidere in profondità sulla nostra vita quotidiana. L'esempio certamente più eclatante è quello della pubblica amministrazione che - grazie ad una visione politica competente, lungimirante e coraggiosa - è stata oggetto di una riforma profonda che ha cambiato il modo di essere del settore pubblico, la sua capacità di reazione e di interazione con i bisogni dei cittadini. Vorrei dare un piccolo - minuscolo, se volete - esempio di tutto ciò. Quelle che seguono sono le procedure - così come testualmente descritte in una comunicazione formale in formato elettronico - adottate in un grande ente pubblico italiano per l'acquisto di carta igienica per complessivi euro 141,85 (diconsi centoquarantuno euro e ottantacinque centesimi). 

 

“Primo atto: determina. La determina va compilata nelle parti specifiche. E' il primo atto, quello in cui il responsabile nomina il RUP. Questo atto va protocollato. Secondo atto: richiesta del CIG. Da parte del RUP nominato. Terzo atto. Il responsabile impegna provvisoriamente la spesa sul [raggruppamento di spesa] scelto. Quarto atto: copertura finanziaria. E' l'atto con cui si chiede al Segretario Amministrativo di certificare l'esistenza di copertura finanziaria per l'acquisto. Nella copertura è già indicato l'impegno provvisorio preso sul [sistema informativo per la gestione della contabilità] che dovrà essere reso definitivo solo dopo l'aggiudicazione finale. La richiesta di copertura finanziaria non va protocollata. Quinto atto: aggiudicazione provvisoria. E' l'atto con cui si identifica l'aggiudicatario (fornitore) e si indica il tipo di procedura utilizzata. Questo atto va protocollato. Sesto atto: aggiudicazione definitiva. E l'atto conclusivo dell'iter di identificazione dell'aggiudicatario. Vanno riportati tutti i dati rilevanti degli atti precedenti. Dopo questo atto il RUP rende definitivo l'impegno e procede alla stipula dell'ordine. Questo atto non va protocollato. Settimo atto: ordine di acquisto. Atto finale. Va protocollato”. Naturalmente per ogni atto e disponibile l'apposito modulo.

 

Il lettore non potrà non riconoscere nelle righe precedenti i segni dell'impatto poderoso delle iniziative in tema di semplificazione e delle implicazioni profonde degli ampi processi di riforma messi in campo in questi anni. Come non apprezzare - in campo di estrema delicatezza come quello dell'acquisto di carta igienica - la evidente snellezza decisionale, ‎la assoluta essenzialità e linearità delle procedure, l’attenzione alla qualità dei risultati, la rigorosa difesa delle pubbliche risorse. 
Si dice che nelle more del citato iter procedurale vadano a ruba nell'ente pubblico in oggetto vecchie pagine di giornale, fogli di carta da salumiere e più in generale succedanei – più o meno ruvidi - della carta igienica. In qualche caso sembra sia stato osservato il formarsi di forme embrionali di mercato nero dei suddetti articoli cartacei. Nelle mense è facile cogliere colte similitudini fra l’evoluzione delle quotazioni di alcuni noti “rotoloni” e la seicentesca bolla dei tulipani. Qualcuno ricorda infine simili eventi nella Unione Sovietica prima della caduta del muro. ‎ Ma si tratta con ogni probabilità di deplorevole propaganda disfattista. Si dice anche che, data l’atmosfera preelettorale, il Governo voglia utilizzare la legge di bilancio per introdurre un bonus carta igienica nel pubblico (da estendersi, di conseguenza, anche nel privato). Ma – salvo che Bruxelles non valuti la fin troppo evidente natura emergenziale del problema - è probabile che lo stato dei conti pubblici non lo permetta.

 

Personalmente vorrei avanzare una modesta proposta in positivo. Mi permetto di suggerire al presidente del Consiglio di fare un altro piccolo passo sulla strada della revisione della spesa. ‎Per questi ultimi quattro mesi faccia a meno del ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione. Non sarebbero grandi risparmi - è vero - ma è il messaggio che conta: è giusto dare e subito il meritato riposo a chi ha ottenuto risultati di questa importanza.