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Il Csm stoppa la nomina del pm Ruggiero in Commissione banche

Luciano Capone

Sul magistrato della procura di Trani, indicato come esperto da Forza Italia e M5s, c'è un grave procedimento disciplinare

Roma. La nomina dei magistrati consulenti inizia a diventare un problema per la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario. La loro indicazione è stato uno dei primi atti della Commissione bicamerale, che già a fine settembre aveva scelto due nomi: il sostituto procuratore di Torino Giancarlo Avenati Bassi, segnalato dal vicepresidente del Pd Mauro Marino, e lo storico pm di Trani (da poco sostituto procuratore a Bari) Michele Ruggiero, segnalato da un’inedita intesa tra Renato Brunetta di Forza Italia e Carlo Sibilia del M5s. Per l’ufficializzazione della loro nomina era necessaria l’autorizzazione del Consiglio superiore della magistratura al collocamento fuori ruolo, che però tardava ad arrivare rallentando di fatto i lavori della Commissione che necessitano del supporto di queste figure tecniche. L’allungamento dei tempi per un atto abbastanza semplice come il collocamento fuori ruolo rischiava di far salire una tensione istituzionale, tanto che in una delle ultime sedute della Commissione il vicepresidente Marino del Pd è intervenuto per sollecitare il Csm a decidere senza ulteriori rinvii che sarebbero stati inaccettabili. Insomma, poteva quasi apparire che non ci fosse una piena collaborazione da parte dell’organo di  autogoverno della magistratura.

 

Ora, dopo quasi due mesi dall’indicazione dei nomi dei due magistrati arriva la deliberazione, ma con una sorpresa che spiega anche i tempi lunghi del Csm. Il plenum, dopo le sedute del 15 e 16 novembre, ha autorizzato il collocamento fuori ruolo solo di uno dei due candidati, il torinese Avenati Bassi. Per il momento niente autorizzazione per Ruggiero. Sul suo collocamento presso la Commissione sulle banche si era espressa favorevolmente la Terza commissione, ma quando il suo nome è arrivato nel plenum è comparso un intoppo non di poco conto. Sul capo del magistrato pugliese ci sarebbero delle indagini, di sicuro un procedimento disciplinare della procura generale di Cassazione. Dopo l’emersione di questo procedimento si è aperta una discussione nel Csm, con una parte favorevole comunque al collocamento fuori ruolo visto che il procedimento è ancora nelle fasi iniziali e una parte invece contraria perché le ipotesi nel fascicolo sarebbero “gravi” e “imbarazzanti”.

 

Alla fine il plenum ha deciso di non esprimere parere favorevole, il fascicolo sulla nomina di Ruggiero è stato rispedito in Terza commissione per un ulteriore approfondimento, su cui poi dovrà di nuovo esprimersi il plenum. Non si conoscono i dettagli del procedimento su Ruggiero né le ipotesi delle incolpazioni perché il fascicolo è secretato e, naturalmente, sulla questione c’è il dovuto riserbo.

 

A carico del pm della procura di Trani, divenuto noto per le sue inchieste sulle banche e sulle agenzie di rating e per ipotetici complotti finanziari ai danni dell’Italia, inchieste tutte finite con archiviazioni, assoluzioni e incompetenza territoriale, era stata aperta anche una pratica in Prima commissione per incompatibilità ambientale. Il magistrato, dopo l’assoluzione di tutti gli imputati nei processi alle agenzie di rating Fitch e S&P (quello in cui si era presentato con la celebre cravatta tricolore), aveva scritto uno sfogo sui social network ripreso dal blog di Beppe Grillo: “Sono stato lasciato solo. Evidentemente ci sono verità che è bene restino sullo sfondo. E’ davvero incredibile quanto talvolta ci si possa sentire soli nel fare il proprio dovere”. Ma non è questa la pratica che ha impedito la sua nomina, sia perché il pm è stato da poco trasferito da Trani a Bari e quindi è caduta l’eventuale ipotesi di incompatibiltà ambientale, ma soprattutto perché non si tratta di una faccenda “grave” o “imbarazzante”. C’è dell’altro. Se il Csm non dovesse bocciare la nomina di Ruggiero, la strana coppia Brunetta e Sibilia dovrà trovare qualche altro pm “esperto” di “colpi di stato” finanziari e disposto a trasformare la Commissione sulle banche in una maxi procura di Trani. Non sarà facile.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali