LaPresse/Stefano Cavicchi

La Sicilia non è l'Italia

Redazione

Al centrodestra non basterà replicare l’alleanza per vincere le politiche

Il risultato ottenuto dal centrodestra unito in Sicilia, come già quello ottenuto in Liguria, dà la sensazione, fondata, di una ripresa di quest’area. Ottenere consensi sul territorio fornisce senza dubbio una spinta anche per affrontare le elezioni nazionali come soggetto competitivo, e il centrodestra ha recuperato questo ruolo abbastanza rapidamente, dopo una lunga fase di offuscamento. Naturalmente il radicamento territoriale e l’unità delle componenti sono condizioni necessarie per affrontare una sfida nazionale, ma sbaglierebbero gli strateghi del centrodestra se le considerassero sufficienti. In elezioni regionali, ovviamente, tematiche come la collocazione internazionale, la scelta monetaria, il rapporto con l’Europa, finiscono in secondo piano, mentre sono essenziali per una coalizione di governo nazionale. Forse non appassionano l’elettorato, ma diventano decisive per dare solidità a una compagine di governo, che volente o nolente con queste dimensioni del reale dovrà confrontarsi ogni giorno, cercando soluzioni e accordi che non possono essere surrogati da esibizioni identitarie puramente propagandistiche.

 

C’è un lavoro da fare, che non è soltanto la stesura di un programma, che in qualche modo si può sempre mettere insieme con qualche marchingegno lessicale. E’ necessario ritrovare il filo di una idea del paese e della sua funzione che sorregga le mediazioni che saranno comunque necessarie, ma che avranno il senso di una soluzione e non di un semplice aggiustamento solo se saranno ancorate a una base solida e realistica. Naturalmente è più facile affrontare questo compito dopo un successo, a patto che questo non venga interpretato come una risposta, mentre è una domanda.

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