Cittadinanza Day, manifestazione per l'approvazione dello Ius Soli (foto LaPresse)

Ricci ci spiega perché sullo ius soli il Pd può recuperare Mdp

David Allegranti

Il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, ha auspicato il voto di fiducia per far passare il provvedimento

Roma. Dice Matteo Ricci, responsabile enti locali del Pd e sindaco di Pesaro, che lo ius soli è uno dei possibili punti di dialogo fra Pd e Mdp, “nonostante gli insulti”. Ieri il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, ha auspicato il voto di fiducia per far passare il provvedimento.

   

“Lo ius soli, la proposta di Maurizio Martina sul rinvio dell’aumento dell’età pensionabile e l’Europa sono i tre punti su cui si può riaprire una partita nuova”. D’altronde è la legge elettorale che favorisce le coalizioni. Il punto è: qual è la coalizione del Pd? Prevede anche uno sfogo a sinistra? “La partita nuova comincia per noi – dice Ricci al Foglio – ma anche per la sinistra, che deve capire se vuole fare una coalizione per contribuire a vincere o se vuole essere soltanto una sinistra di testimonianza”. Insomma, dallo ius soli alle pensioni un ragionamento insieme si può fare. “Senza dimenticare l’Europa; bisogna abbandonare l’austerità. Questo può essere un terreno di confronto, anche se bisogna ricordare che in questi mesi abbiamo subito attacchi pesantissimi da parte loro. Adesso però le riforme stanno dando i loro risultati e quelle critiche risulteranno ingenerose, soprattutto se guardiamo la crescita economica. Il filo del dialogo può esserci, anche se molto complicato. Ma oggi noi dovremo costruire una coalizione che guardi alla nostra sinistra, al centro e anche al civismo. Noi lavoreremo su questo e proprio nel fine settimana a Napoli ci sarà la nostra conferenza programmatica, dove parleremo anche del rapporto con i potenziali alleati.

   

  

Serve un’alleanza credibile sulle cose da fare insieme, e ora abbiamo le regole del gioco per farlo”. Sui territori dunque sarà determinante la coalizione “ma saranno determinanti anche i candidati. Il candidato popolare e radicato aggiungerà consenso allo schieramento ed è possibile che così riesca a far scattare il collegio. E’ per questo che i Cinque stelle hanno paura”. Basti vedere il risultato delle ultime amministrative. “Sono arrivati terzi un po’ dappertutto e al ballottaggio quasi da nessuna parte”. Dunque, chiede Ricci, la sinistra che vuol fare? “Vuol fare una battaglia di testimonianza per far perdere collegi al centrosinistra? È chiaro che ogni voto dato a Mdp serve a far vincere i grillini. E noi, se le cose stanno in questo modo, saremo pronti a far scattare il voto utile”. Certo, adesso sarà interessante vedere come la sinistra riuscirà a conciliare il voto sullo ius soli insieme a Verdini. Qualcuno forse sarà in imbarazzo, specie dopo aver accusato il Pd di voler fare una legge elettorale con Verdini, “ma i voti non puzzano mai se servono per far passare un provvedimento. Se credi in una battaglia non puoi limitare il voto, ma allargarlo a tutti quelli che ci credono”.

  

Anche questo in fondo fa parte della politica come arte del compromesso. Resta da capire se Pd e Mdp troveranno una via di mezzo per stare insieme. Ricci dice che è possibile. Quanto al resto dei partiti di sinistra, Pippo Civati dice che è (im)Possibile: “Anche il trenino dei verdiniani è organizzato dal Pd, abbiamo capito. Destinazione Forza Italia”.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.