L'esito della votazione finale del Senato sul Rosatellum (foto LaPresse)

Il Senato dice sì, il Rosatellum è legge

David Allegranti

Con 214 voti favorevoli il testo della nuova legge elettorale viene approvato dal Senato. Il M5s insiste: “Avete doppiato Mussolini dovreste essere accusati di apologia del fascismo”. Verdini: “Resteremo in maggioranza fino alla fine della legislatura”

Roma. Il Senato ha approvato, con 214 sì, 61 no e 2 astenuti, la nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum 2.0. Come negli ultimi giorni, la discussione è stata sufficientemente tesa, a tratti pittoresca, per merito o demerito dei senatori del M5s, che tra accuse di fascismo e rievocazioni mussoliniane (“Avete doppiato Mussolini, dovreste essere condannati per apologia di fascismo”, ha detto il capogruppo grillino senatore Giovanni Endrizzi rivolto al Pd) hanno naturalmente votato contro la legge voluta dai “ladri”.

 

 

 

Molta agitazione quando il capo di Ala Denis Verdini, risultato determinante per il numero legale durante i cinque voti di fiducia del giorno prima, è intervenuto per annunciare il sì (scontato) alla legge elettorale. “Dicono che la legge sia figlia mia, il che non mi dispiace, però direi che forse è nipote, perché era un’idea che è stata poi sviluppata. E’ una legge necessariamente frutto di un compromesso, ma onestà intellettuale vorrebbe che si aggiungesse a ciò che tutta questa legislatura è stata un compromesso, un grande compromesso. Troppo spesso si finge di dimenticare il risultato del 2013: elezioni che non produssero una maggioranza politica. Le alternative - è presente il Presidente della Repubblica di allora in Aula - era o sciogliere le Camere o cercare un punto d'incontro tra le forze politiche responsabili. Ebbene, c'è stato quel compromesso e oggi si dice che si è realizzata una maggioranza con l’uscita di Articolo 1 - MDP e con il nostro ingresso. Non è vero. Non è vero, perché noi c'eravamo, ci siamo stati e ci saremo fino all'ultimo giorno della legislatura”. Seguono applausi di Mdp, naturalmente ironici.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.