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Il civismo anti Lega

David Allegranti

Il Cav. scommette sulle liste civiche per depotenziare Salvini e garantirsi un futuro trasversale

Roma. Trasversali, fuori dai partiti, insomma, “civici”. “Civicità”, la chiamava Denis Verdini quando organizzava Pdl e Forza Italia e puntava sui candidati sindaci che non avevano mai fatto politica (da Roberto Cenni a Prato a Giovanni Galli a Firenze). Berlusconi da mesi ripete che vuole svecchiare il suo partito e, di conseguenza, le liste elettorali del prossimo anno. Nel centrodestra stanno studiando più scenari. Uno è che resti la legge elettorale così com’è, con il premio di lista alla Camera e la possibilità di fare coalizioni al Senato. Se il centrodestra riuscisse a fare il super listone con tutti dentro, ogni partito si preoccuperebbe di selezionare i propri candidati sulla base del peso elettorale. Essendoci, alla Camera, 100 capilista bloccati, sarebbe semplice far eleggere personalità civiche, trasversali, fuori dai partiti, che altrimenti non potrebbero essere eletti pesandosi solo sulle proprie forze.

  

Berlusconi ha chiesto ai suoi di selezionare queste persone e infatti è in corso uno scouting. “Ogni partito – dice al Foglio Gianfranco Rotondi, capo di Rivoluzione Cristiana – si gestisce per conto suo e Berlusconi, naturalmente, è il regista. Io ovviamente ho il compito di presidiare il voto cattolico, più specificamente quello democristiano e ho mano libera per cercare, dentro uno scherma di forte rinnovamento, personalità che non si accostino analiticamente al mio partito. Infatti dentro Rivoluzione Cristiana non trovi quello che ti aspetti, cioè il repertorio della vecchia Dc”. Rotondi cita per esempio il presidente nazionale di Rivoluzione Cristiana, Federico Tedeschini, avvocato cassazionista e professore ordinario alla Sapienza. “Ecco, se io mi metto in testa di dare dei nomi di vecchi baroni democristiani, in una fase di nuovismo come questa – nuovismo che a mio avviso è peraltro sbagliatissimo – proporrei una cosa imbarazzante”. Secondo Rotondi questa operazione unitaria del centrodestra è sufficiente a vincere nelle regioni in bilico, non solo alla Camera ma anche al Senato dove è possibile fare coalizioni e c’è il premio su base regionale. “Sarà la vittoria berlusconiana più importante nella storia del berlusconismo. Vede, sarà Berlusconi il voto utile. Dopo aver discusso per un’intera legislatura se Renzi fosse o meno l’erede di Berlusconi, abbiamo scoperto che Berlusconi è l’erede di Renzi”.

   

Il voto utile al Cav., intanto, ha attratto ex forzisti e civici vicini a Forza Italia che vorrebbero dare un contributo, anche loro in fase di riorganizzazione, e, appunto, una pletora di sigle più o meno civiche. Dalla Lista Fucsia di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, alla lista Vittime della Giustizia di Arturo Diaconale agli Indignati di Gaetano Armao allo stesso Stefano Parisi, che un tempo Berlusconi avrebbe voluto come candidato premier (il civico Parisi, intanto, ha con sé il generale Mario Mori, che in Sicilia appoggia Nello Musumeci e poi sarà al fianco dell’ex candidato sindaco di Milano e di Energie per l’Italia). Questo schema – che punta a depotenziare il fattore Lega all’interno del listone e punta a portare in Parlamento truppe il più possibile trasversali – potrebbe piacere ad alcuni alleati, come Giorgia Meloni. A fine agosto la leader di Fratelli d’Italia in un’intervista al Corriere aveva detto di essere d’accordo: “Penso che si possa lavorare per un serio programma con Lega, Forza Italia, con le tante proposte civiche che crescono sul territorio e che non hanno affatto solo un’impronta centrista: anzi noi crediamo che FdI possa essere naturale interlocutore di queste esperienze”. Dentro Forza Italia l’idea è caldeggiata dal capogruppo Renato Brunetta, secondo cui “una Forza Italia forte, una Lega forte, un Fratelli d’Italia forte e il civismo, quello che ci ha fatto vincere alle ultime amministrative, possono tranquillamente arrivare sopra il 40 per cento. Se questo sarà il modello, il centrodestra unito di governo, quando si voterà sarà vincente”. Resta da capire quanto la “civicità” possa piacere alla Lega. Questi inserimenti di candidati esterni alla politica tradizionale potrebbero rivelarsi insidiosi per il partito di Salvini. Non tutti dentro Forza Italia sono contenti della prospettiva civica. “Quanti voti hanno davvero e quanti sono quelli che millantano?”. La paura è comprensibile: alcuni aspiranti parlamentari di partiti potrebbero rimetterci il posto.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.