Pontida (Bg) - Roberto Maroni alla festa della Lega Nord (foto LaPresse)

Maroni, il sindacalista del Nord

Redazione

Il governatore lancia un manifesto antisalvinista e contro la politica del rutto

Roberto Maroni non si fa problemi a dire quello che pensa, anche sul suo segretario di partito, perché – spiega – non ha da fare carriera. Sarà anche vero, ma Berlusconi vedrebbe invece un futuro radioso per il presidente della regione Lombardia. Magari da candidato del centrodestra. Il governatore, tuttavia, risponde di non volerne più sapere di Roma. Ha già dato, ed è per questo che non si è più ricandidato al Parlamento. Tuttavia, la presa di distanza dal core business di Matteo Salvini – antieuropeismo, nazionalismo italico – lascia intendere che occuparsi della propria terra non significa smettere di fare politica ad alto livello. Maroni in un’intervista a Libero ha tracciato una sorta di manifesto dell’antisalvinismo e contro la politica del rutto.

 

  

“Salvini ha dei pasdaran anti-Ue che lascia andare a briglia sciolta, ma io sono convinto che al momento di siglare l’alleanza di governo l’Europa sarà l’ultimo dei problemi”. Dunque la Lega non è più sovranista? “Risponderò quando avrò capito cosa vuol dire sovranismo”, dice Maroni, che rimprovera a Salvini di voler togliere i riferimenti al Nord nella simbologia leghista. Ma “se togli il riferimento territoriale, perdi forza e voti”. Infine, Maroni non vede benissimo neanche Salvini come premier. Se vuole candidarsi “inizi a lavorarci”. Uno smacco per uno come il segretario della Lega che invece pensa di essere già pronto. Insomma, se la Lega dovesse diventare davvero nazionale e abbandonare la questione settentrionale, quantomeno è già pronto un altro sindacalista a tutelare gli interessi del Nord.

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