Luigi De Magistris durante il suo comizio a Napoli (foto LaPresse)

Dema-gogia

Redazione

De Magistris imbarca i tassisti e per i cittadini aumentano le tariffe

A Napoli la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma un viaggio in taxi. Sempre più caro. Secondo quanto previsto dal nuovo piano comunale sono scattati rincari delle tariffe che arrivano fino al 25 per cento: aumentano le corse ordinarie, aumentano quelle festive e notturne, aumenta del 50 per cento il costo della prenotazione telefonica con il radiotaxi e cambiano gli scatti del tassametro (ogni 48 metri e non più ogni 60, ogni 8 secondi e non più ogni 10). I cittadini pagheranno molto più ma guai a chiamarli aumenti, sono “adeguamenti”. E infatti sono il prodotto del lungo adeguamento di Luigi de Magistris alle logiche clientelari: l’accordo con i tassisti napoletani è il frutto del patto elettorale di De Magistris con il consigliere comunale Ciro Langella, leader dei tassisti napoletani, eletto con il centrodestra e passato in cambio del nuovo tariffario con il gruppo Dema, il partito personal-familiare del sindaco. Quello che accade a Napoli è molto simile a ciò che succede a Roma. De Magistris era stato eletto con la promessa di “scassare tutto”, Virginia Raggi con quella di aprire tutto “come una scatoletta di tonno”, e tutti e due sono finiti a fare patti con i tanti piccoli e grandi poteri organizzati e consolidati nella città. E’ un’evoluzione naturale di tutti i movimenti populisti e demagogici, che è particolarmente efficace nelle città in cui c’è diffusa disaffezione alla politica e scarsa partecipazione elettorale e quindi basta controllare pochi serbatoi di voti (corporazioni e municipalizzate) per mantenere il potere. La soluzione passa dalla costruzione di alternative che sappiano mobilitare il voto d’opinione.

Di più su questi argomenti: