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Perché la battaglia sui vitalizi è il modo migliore per delegittimare la democrazia

Claudio Cerasa

C’è la progressiva introduzione di un principio pericoloso, letale: l’idea che essere pagati per fare il parlamentare sia praticamente un reato

Al direttore - Il testo Richetti ha compiuto un primo passo per iscriversi nell’elenco delle leggi del disonore, a fianco della legge Severino. E’ un testo incostituzionale, indecoroso sul piano tecnico e vergognoso su quello politico perché si propone di punire la rappresentanza parlamentare, come se dovesse scontare una sorta di peccato originale. Quando una classe politica non si limita a farsi umiliare senza alcuna reazione, ma è la prima ad infilarsi nella gogna per compiacere la plebe populista, merita solo di essere travolta. Nessuno dovrà meravigliarsi quando passerà la ronda a prelevarlo da casa per portarlo in giro per le strade a raccogliere ogni tipo di ingiuria e umiliazione. Come, in Cina, ai tempi delle Guardie rosse e della Rivoluzione culturale.

Giuliano Cazzola

 

Con ironia, un deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, martedì ha proposto di introdurre un emendamento particolare alla legge Richetti: istituire direttamente il reato di vitalizio, prevedendo dai due agli otto anni di reclusione per chiunque lo maturi e una pena dai cinque ai dieci anni per chiunque lo prenda. Il presidente della Camera, ieri visibilmente emozionata durante il voto sulla legge Richetti, ha dichiarato inammissibile l’emendamento, ritenendolo illogico, incongruo e provocatorio. Purtroppo Baldelli, pur volendo ovviamente provocare, ha centrato il punto: in ballo, quando si parla di lotta al vitalizio, non c’è solo un tentativo di far risparmiare allo stato qualche spicciolo ma c’è qualcosa di più. C’è la progressiva introduzione di un principio pericoloso, letale: l’idea che essere pagati per fare il parlamentare sia praticamente un reato. La lotta contro il vitalizio è cominciata anni fa con alcune foto segnaletiche sul blog di Grillo. Oggi, purtroppo, la battaglia di un clown è diventa la battaglia di un pezzo importante del Parlamento italiano, e tutti saranno lì a battere le mani, senza capire però una verità drammatica: trasformare il mestiere di parlamentare come un mestiere comunque è il modo migliore per delegittimare non solo il Parlamento ma la nostra democrazia.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.