Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Ecco come si chiude la gabbia del No euro

Redazione

Di Maio scrive a Macron, Salvini si rimangia tutto. E anche La7…

Dev’essere una questione d’algoritmo. E allora Luigi Di Maio si rivolge a Emmanuel Macron, niente meno. E come un padre (ri)fondatore dell’Europa – oltre che del congiuntivo – il pupillo incravattato di Beppe Grillo, proprio lui che l’anno scorso s’era spinto a vaticinare il trionfo del brexiter Nigel Farage alle politiche britanniche, praticamente rimprovera il presidente francese di non essere abbastanza europeista. E dunque ecco l’immigrazione come tessuto unitario e questione delle questioni, ecco i trattati europei che vanno riscritti e ripensati, con parole di sogno e di prospettiva. Giggino De Gasperi.

 

E s’intuisce così che c’è qualcosa nell’aria, come il polline a primavera. Questione d’algoritmo, cioè di calcolo, d’umori mobili tra gli elettori che impongono anche ai populisti urlatori di seguirne il moto disordinato e misterioso. Prendiamo un altro campioncino, quel Matteo Salvini che appena qualche mese fa la ruspa l’avrebbe voluta passare su zingari e migranti non meno che su Strasburgo e Bruxelles, lui che adesso s’affida invece a Giancarlo Giorgetti – “prendersela con l’euro è un facile slogan” – per uscire dall’angolo eurofobico nel quale s’era ficcato con l’ideologo Claudio Borghi.

 

E certo il vantaggio dei populisti è quello di non dover mai rendere conto a nessuno di ciò che fanno o dicono. Solo loro possono infatti continuamente riplasmarsi e contraddirsi, gettando parole con incauta spensieratezza, un colpo di qua e uno di là, e senza mai pagare dazio. Ma non è nemmeno questa la cosa più interessante. Va registrato piuttosto che il vento è cambiato. Persino al La 7, che è stata fino a ieri la tivù del grillismo. E’ tutta una Gabbia che si chiude. Per sempre?

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