Renato Brunetta (foto LaPresse)

Casa delle libertà 2.0

David Allegranti

Un nuovo soggetto è possibile. Brunetta ci spiega perché bisogna ripartire dal modello tedesco

Roma. “Le elezioni amministrative sono andate bene e niente ha più successo del successo. Adesso si tratta, con pazienza e gentile sopportazione reciproca, di sedersi a un tavolo o più tavoli per stabilire un programma, delle regole, per costruire una proposta politica chiara ed esplicita, che abbia come fine un centrodestra unito e di governo. Senza retropensieri”. Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, legge il risultato delle amministrative appena concluse come un invito a costruire un nuovo soggetto politico in vista delle prossime elezioni nazionali. “Certo – dice al Foglio – se l’amico Salvini in ogni momento denuncia ‘l’inciucio’, potremmo farlo anche noi, avendo visto il flirt con Casaleggio. Ma che ci ricaveremmo da queste accuse incrociate, se non la confusione? Per questo dico a Salvini e agli altri: costruiamo il programma insieme, da domani. Costruiamo un coordinamento dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, già in vista della legge di Bilancio, e in Europa. Anche se a Bruxelles facciamo parte di schieramenti diversi, che problema c’è? Costruiamo uno schema di regole per realizzare un soggetto politico futuro, che rappresenti il centrodestra in maniera unitaria. Un rassemblement: un insieme di forze tenute insieme da un programma. Una nuova Casa della libertà, che includa però anche la Lega”.

   

Intanto bisogna ripartire dalle regole del gioco democratico, cioè dal sistema elettorale. Brunetta proporrà oggi alla riunione dei capigruppo la calendarizzazione della legge. Si riparte dal “tedesco”. “Quello è il testo base su cui abbiamo lavorato. L’amico Salvini dice oggi che chi vuole il proporzionale vuole l’inciucio, ma non capisco a chi si riferisca, visto che la Lega ha votato in commissione Affari costituzionali insieme a noi, al Pd e al M5s il modello tedesco. Noi l’inciucio o il minestrone non lo vogliamo. Vogliamo un centrodestra unito, di governo, con un modello elettorale che trasformi i voti in seggi legato alla soglia del 5 per cento. Forse Salvini ha cambiato idea? Basta dirlo. Intanto però ripartiamo dal modello tedesco”. 

  

“Domani (oggi, ndr) proporremo nella conferenza dei capigruppo la calendarizzazione della legge elettorale per luglio”. Brunetta, al netto di queste tensioni, è però ottimista. D’altronde, “il centrodestra esiste dal 1994, quando l’ha costruito genialmente Berlusconi, con Forza Italia, la Lega Nord di Bossi e la destra democratica di Fini. Sono stati 23 anni di successi, nel corso dei quali il centrodestra ha sempre vinto, o quasi, e quando ha perso è stato perché non era così unito, penso al ’96. Ha una storia di governo in Veneto, in Lombardia, un pezzo di storia nel Piemonte, adesso governa la Liguria e centinaia di amministrazioni locali. Ha governato in Italia dieci anni sui venti della Seconda Repubblica. Berlusconi resta il protagonista, gli altri petali del trifoglio, che oggi dovrebbe diventare un quadrifoglio grazie all’aggiunta delle forze civiche, sono cambiati. Ma la Lega resta sempre la Lega e la Meloni rappresenta la cultura e la sensibilità della destra democratica. Forza Italia è il perno di questo schieramento politico che, se unito, è maggioritario”. Berlusconi, aggiunge il capogruppo, “è sempre stato per il campo largo, come direbbero a sinistra, anzi, larghissimo, senza imposizioni, senza aut-aut e senza egemonismi. Sia quando Forza Italia era al 20, sia quando era al 30-34-35 per cento. Berlusconi non ha mai imposto nulla a nessuno. Quando Forza Italia era 3-4 volte la Lega, le veniva riconosciuto di governare nel Veneto, in Lombardia e in Piemonte. Tutto il Nord Italia era governato dalla Lega, che pure non era maggioritaria”. Berlusconi, spiega Brunetta, si è ispirato “alla filosofia degasperiana, pensava che per governare occorresse essere più aggreganti possibile. Per questo, sentire accenti invertiti, in fasi alterne, da parte di Salvini, non può che suonare strano a Berlusconi, che in 20 anni non ha voluto nessuna egemonia, se non quella dei numeri. Salvini ha fatto un miracolo potando la Lega dai minimi termini, dopo gli scandali, ad avere un ruolo da protagonista. Noi ne siamo consapevoli e felici. Una Lega forte, che sta al 13-14 per cento, lo dico senza infingimenti, è un fatto straordinario”. Con la Lega e gli altri non ci sono problemi di sintesi programmatica, sostiene Brunetta.

      

“Mi fa piacere che Salvini dica che sta lavorando al programma. Noi non abbiamo mai smesso. E, lo lasci dire a me che dal ‘96 a oggi sono uno dei redattori capo del programma, fare sintesi non è mai stato un problema. Dunque, viva le sensibilità della Lega, così come quella di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Basti pensare alla flat tax, una nostra bandiera dai tempi del 1994, a opera del professor Antonio Martino. Oppure basti pensare alla politica estera e al vertice Nato di Pratica di Mare del 2002, alla riforma della giustizia, compresa quella civile. Oppure si pensi all’Europa. Noi siamo all’interno del Ppe, ne siamo una componente rilevante, esprimiamo il presidente del Parlamento europeo. Questa Europa non ci piace, ma ne facciamo parte. Ci ricordiamo tutti il sorriso sarcastico di Merkel e Sarkozy nei confronti di Berlusconi e della sua autonomia, un sorriso legato al ruolo che Berlusconi stava svolgendo, non apprezzato dall’asse franco-tedesco. Sull’Europa abbiamo le carte in regola: abbiamo criticato la gestione della crisi da parte della Germania, evidenziato la iattura del surplus tedesco e dell’ottica calvinista con cui Angela Merkel ha governato la crisi, con un imprinting lacrime e sangue. Pensiamo solo alle tematiche bancarie, con le casse di risparmio tedesche tenute fuori dal controllo e poi salvate dallo Stato. Insomma c’è molto da dire, però stando dentro l’Europa, non fuori. Così come c’è molto da dire sull’asimmetria dell’euro, sull’inesistenza della politica estera europea, basti vedere la passività dell’Unione, diventata un passacarte dei diktat americani, nei confronti delle sanzioni alla Federazione Russa. Non è la nostra Europa, ma non ce ne andiamo sbattendo la porta. Su tutti questi temi possiamo trovare una sintesi con la Lega e con Fratelli d’Italia. Aggiungo: a ottobre ci saranno i referendum per il regionalismo differenziato in Lombardia e Veneto, ai quali voteremo a favore. Noi vogliamo estendere la logica referendaria del regionalismo differenziato a tutto il paese, con quesiti variabili da regione a regione”. Ma Forza Italia, quando ci sarà da votare la legge di bilancio, che farà? “Noi voteremo contro la legge di bilancio di un governo, quello Renzi-Gentiloni, che ha fallito. Basta leggere cosa dice la Corte dei Conti sul debito e sul deficit. Siamo il fanalino di coda per crescita e occupazione. Di fronte a un bilancio del genere vuole che siamo noi a togliere le castagne dal fuoco al governo? Ma non scherziamo. Abbiamo fatto un’opposizione dura, limpida, pur non stando nella logica del tanto peggio tanto meglio. Renzi però in tutti questi anni ha voluto comprarsi il consenso e adesso ne paga le conseguenze”. Si pensi, osserva Brunetta, “al ridicolo Gutgeld, che si era inventato 30 miliardi di spending review salvo poi scoprire che non solo non c’erano, ma la spesa pubblica è aumentata, così come è aumentato il debito. I giochetti di Renzi sono stati solo di redistribuzione: ha tolto di qua, per mettere di là, e i risultati si vedono. Il deficit è sempre lo stesso e abbiamo buttato via le chance offerte dalla flessibilità che l’Europa ci aveva accordato. E vogliamo parlare della continua invasione dei disperati? Il governo Renzi-Gentiloni ha attuato la politica dello struzzo. Io ho proposto il blocco dei porti, non è pensabile che 14 navi si dirigano verso i porti italiani, come sta succedendo ora. Se oggi ne arrivano 14, la prossima settimana ne arrivano 30. E questo succede perché siamo gli unici a tenere aperta la porta. La risposta che diamo al terrorismo, come quello che ha ucciso le ragazzine a Manchester, deve essere la stessa che diamo al terrorismo dei gommoni. Sono due facce dello stesso fenomeno e mi pare che Renzi e Gentiloni non abbiano capito nulla, oppure per cattiva coscienza hanno fatto buon viso a cattivo gioco per avere la flessibilità dell’Europa e fare deficit. Su queste cose noi siamo pienamente d’accordo con la Lega e Fratelli d’Italia”. Insomma nessuna possibilità di un accordo con il Pd sulla legge di bilancio? “Ma quando mai. Renzi si assuma le sue responsabilità. Vanno avanti a colpi di fiducia? Si facciano a colpi di fiducia anche la legge di bilancio. Auguri”.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.