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Pubblico nemico

Redazione

Se i grillini si sentono traditi dall’italiano medio che preferisce votare altri

Quanto è veloce l’ascesa da popolo a élite. Ieri tra le reazioni scomposte dei grillini colpiti in faccia dal flop elettorale alle elezioni amministrative sorprendeva molto vedere anche alcune accuse generiche contro gli elettori, tacciati con disgusto di essere i soliti “italiani”, anzi, di incarnare “l’italiano medio”, incapace di emanciparsi dai partiti tradizionali, il Pd e il centrodestra, e di premiare i Cinque stelle. Ora, i grillini ci hanno raccontato per anni che questa è una rivoluzione di popolo, che loro non sono che l’espressione politica di una fiera e ineluttabile sollevazione degli italiani contro le élite – giornalisti inclusi – chiuse nelle loro torri d’avorio e soprattutto contro i partiti corrotti. I Cinque stelle, ci hanno detto, sono pronti a scoperchiare il Parlamento in nome di quel popolo. Quando riempie le piazze dei VaffaDay, la gente è cosa buona. Ma se non ti vota alle elezioni, ecco allora la prodigiosa trasformazione: come osano non eleggerci, questi stupidi italiani, nella loro medietà? Corrotti, inciucisti, indegni della nostra proposta… Così, tutta una narrativa va a finire allegramente nella spazzatura. Non c’è, non c’è mai stata un’ondata di popolo. Gli elettori valutano i candidati, soppesano le proposte e poi se è il caso votano Pizzarotti.

Una postilla sull’uso di “italiano medio”, fatto con un disprezzo che neanche Maria Antonietta, come se fosse un insulto (altro che casta). Lo scopo delle elezioni è proprio convincere l’italiano medio a votarti. Non è un eroe quando lo fa e non è un mostro quando non lo fa. Ma basta così, tutta questa sottigliezza di ragionamento è sprecata. “Pidioti! Mafiosi! Non ci meritate”.