La Camera dei deputati (foto LaPresse)

Arrivano i franchi tiratori. Vacilla l'intesa sulla legge elettorale

Redazione

Nel voto segreto contro le pregiudiziali di costituzionalità al patto Pd-Lega-Forza Italia-M5s mancano 66 voti. E Grillo si sfila: “Il testo deve essere rivotato dagli iscritti”

Doveva essere un patto di ferro. Pd, Fi, Lega e M5s insieme contro tutti per riformare il sistema elettorale. Non dovevano esserci problemi. Soprattutto alla Camera dove i numeri garantivano un certo margine di tranquillità. Invece, alla prova del primo voto segreto, la solida maggioranza ha cominciato a perdere pezzi. E ora più di qualcuno comincia a pensare che non sarà semplice arrivare senza problemi alla fine del percorso. Per ora, comunque, il primo scoglio è stato superato.

 

Le pregiudiziali di costituzionalità, su cui Mdp, Ap e FdI hanno chiesto il voto segreto, sono state respinte con 310 voti contrari e 182 favorevoli. Sulla carta i quattro partiti più grandi possono però contare 449 deputati. Il che significa ben 139 voti in meno. Anche se, al netto di missioni e calcolando un inevitabile dissenso, effettivamente ne sono mancati 66.

 

 

E tanto basta per far ricomparire i fantasmi del passato con il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, che avverte i suoi parlamentari: “O i 4 partiti che hanno sottoscritto l'intesa votano quello che abbiamo deciso o non c'è più alcuna intesa. Vi ricordo cosa accadde quando furono 101.... (riferimento ai franchi tiratori che impedirono a Romano Prodi di essere eletto presidente della Repubblica ndr)”. 

 

Ma non solo solo i numeri a preoccupare. Con un post sul proprio blog Beppe Grillo sembra infatti rimettere in discussione l'intesa: “Oggi sono iniziate alla Camera le votazioni sulla legge elettorale. Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi. Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati. Il testo di legge che uscirà dal voto degli emendamenti di questi giorni sarà
ratificato dai nostri iscritti con una consultazione online che si terrà prima del voto finale del provvedimento, che dovrebbe
essere previsto lunedì, nei giorni di sabato e domenica”. Insomma attenti a cantare vittoria perché all'ultimo il M5s potrebbe anche decidere di tirarsi fuori. 

  

Intanto Matteo Renzi mette le mani avanti su Fcebook: “Non è la nostra legge ma noi serviamo le istituzioni. Adesso è sovrano il Parlamento. Se passerà, bene. Se qualcuno si tirerà indietro, gli italiani avranno visto la serietà del PD che ha risposto all'appello del Capo dello Stato”.