Renzi contro Alfano, Mdp contro il governo. È iniziata la campagna elettorale

Redazione

Gli scissionisti del Pd non votano la fiducia alla Manovra. L'ex premier attacca il ministro degli Esteri contrario allo sbarramento al 5%: “Ha paura di non entrare in Parlamento”

L'impressione è che ormai sia questione di giorni, al massimo di settimane. Il governo di Paolo Gentiloni sembra ormai arrivato al capolinea. Basta un incidente, un passo falso. E a giudicare dalla giornata di oggi le occasioni non mancano. Infatti, nel giro di poche ore, all'interno della maggioranza, si sono aperti ben due fronti.

 

Il primo riguarda la legge elettorale. Non è un segreto che lo sbarramento al 5% previsto dall'accordo sul sistema tedesco cui stanno lavorando Pd, Forza Italia e M5s, non piaccia ad Angelino Alfano. Matteo Renzi, però, ha detto chiaramente che il punto non è in discussione. Così il ministro degli Esteri e leader di Alleanza Popolare è passato al contrattacco: “Assistiamo divertiti a queste dichiarazioni sul potere di ricatto e di veto dei 'piccoli partiti'.  Incredibile. Fin qui i governi li ha fatti cadere solo il Pd, peccato fossero i propri. Enrico Letta, Renzi e adesso vedremo se indurrà anche Gentiloni alle dimissioni oppure lo sfiducerà. In tutti e tre i casi, il segretario del Partito democratico è sempre lo stesso. Piccoli partiti? Diffidare dei grandi. Questa chiamasi instabilità ma - caro Pd - tu chiamale, se vuoi, elezioni”.

 

Se Alfano sperava di fare breccia nel cuore di Renzi, però, ha sbagliato. Dopo poche ore, infatti, l'ex premier replica dal salotto di Porta a Porta: “Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5% del voto degli
italiani non possiamo fermare tutto per dare un potere di veto a qualcuno. Credo che Alfano, che viene dal Ppe, non può che accettare questa legge, è quella Merkel. Io ho l''impressione che è più la paura loro di non entrare in Parlamento...Alfano parla di conto salato per l'Italia? Ma di che parliamo?”.

Pronta la controreplica di Alfano: “Renzi insulta ma non risponde. Fa cadere Gentiloni?”.

 

Scontro a sinistra. Ma mentre Renzi litiga con Alfano, arriva anche un segnale da sinistra. Gli scissionisti di Mdp hanno deciso di non partecipare al voto di fiducia sulla manovra. Una scelta che, alla Camera, non provoca alcun effetto (il testo è stato comunque approvato con 315 sì e 142 no e domani sarà sottoposto al voto finale). Ma se la cosa dovesse replicarsi al Senato il governo rischierebbe di cadere. I senatori di Mdp sono in tutto 15 ma potrebbero crescere ancora di una unità. Questo significa che, sulla carta, il governo dispone di 98 voti del Pd, 25 di Area Popolare, 19 esponenti delle autonomie, due senatori di Gal e 9 sì del Gruppo Misto. Il totale è di 152-153 voti. Comunque inferiori alla maggioranza assoluta di 158. Insomma da qualsiasi parte la si guardi, l'impressione è che la campagna elettorale sia già iniziata.