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I nuovi voucher sono davvero uguali a quelli che il referendum voleva abolire?

Lorenzo Borga

Gli scissionisti del Pd agitano l'allarme sui buoni lavoro, reintrodotti da un emendamento alla manovrina. Un fact checking sul nuovo testo provvisorio approvato sabato 

Potrebbe essere davvero la volta buona: non quella prospettata da Renzi ormai tre anni fa con tanto di hashtag, bensì per la caduta del governo Gentiloni; e chissà che al segretario del Partito Democratico non dispiaccia nemmeno in questa seconda accezione. È infatti stato approvato sabato l’emendamento del PD alla “manovrina” in discussione alla Commissione Lavoro della Camera, che introduce una nuova regolamentazione per il lavoro occasionale. Un Libretto Famiglia per le persone fisiche e “PrestO”, acronimo di “Prestazione Occasionale”, per le imprese.
È in particolare Movimento Democratico e Progressista, l’area di Bersani e Speranza che si è scissa dal PD, ad agitare le acque della maggioranza. Roberto Speranza ha scritto su Facebook: “La vicenda voucher ha dell’incredibile! Poche settimane fa il governo li ha aboliti, dopo che la CGIL aveva raccolto oltre 1 milione di firme per cancellarli e dopo che era stato indetto il referendum abrogativo previsto dall’articolo 75 della Costituzione. […] Ora la stessa mano che li ha cancellati decide sostanzialmente di ripristinarli, senza neanche cercare la condivisione delle associazioni dei lavoratori. Hanno cambiato il loro nome, ma la precarietà che portano è rimasta la stessa.” Anche Giuseppe Civati, ex PD di più lungo corso, ha twittato tagliente: “Oggi è il giorno previsto per il referendum sui voucher. Il referendum non c’è, in compenso tornano i voucher. Tutto molto costituzionale” fino ad arrivare con un nuovo messaggio successivo ad accusare la maggioranza del più grande “sabotaggio referendario”.

  

Anche Sinistra Italiana ci è andata giù dura.

    

     

A leggere questi messaggi ci si attenderebbe che il nuovo emendamento presentato dal Partito Democratico non sia altro che una legge-copia-incolla rispetto alla normativa sui voucher abolita definitivamente solo il 20 aprile scorso proprio per evitare il referendum indetto dalla CGIL. Ed invece – come spesso accade nel dibattito politico italiano – la narrazione disegna una verità indotta che poco ha a che fare con la realtà dei fatti. Verificarlo è semplice: è sufficiente confrontare il nuovo testo provvisorio approvato sabato in commissione Lavoro con la precedente normativa sui voucher.

    

Chi può utilizzarli?

La platea degli ex voucher comprendeva sia le famiglie e le persone fisiche che le imprese operanti in tutti i settori (al di fuori delle società che appaltano servizi). I loro eredi saranno invece accessibili alle persone fisiche, mediante il Libretto Famiglia - che potranno retribuire esclusivamente piccoli lavori domestici, l’assistenza domiciliare a bambini, anziani e disabili e l’insegnamento privato supplementare - ed alle imprese con non più di 5 dipendenti a tempo indeterminato, grazie a PrestO. È escluso l’utilizzo per le aziende del settore edilizio e minerario e nell’esecuzione di appalti. L’impresa non potrà inoltre retribuire con il nuovo mini-contratto un lavoratore con il quale abbia avuto un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione negli ultimi 6 mesi.

   

Con quali limiti?

I voucher ormai aboliti non prevedevano alcun limite economico per i datori di lavoro, mentre i lavoratori non potevano superare i 7000 euro di retribuzione netta per lavoro occasionale nell’arco di un anno ed i 2000 euro da un singolo committente. Le nuove norme prevedono limiti più stringenti: 5000 euro l’anno per i datori di lavoro e per i lavoratori, i quali non potranno però riceverne più della metà dallo stesso committente. È anche previsto il limite orario massimo di 280 ore all’anno per ogni lavoratore occasionale e di quattro ore giornaliere per i lavoratori retribuiti dalle imprese tramite PrestO.

   

Quali garanzie?

I voucher non prevedevano alcun tipo di garanzia oltre alla copertura Inail per infortuni (70 centesimi ogni buono da 10 euro) e quella previdenziale (1,30 euro a buono); così il voucher partendo da un valore lordo di 10 euro scendeva a 7,50 euro al netto della tassazione. Le nuove misure prevedono invece non meglio specificati riposi giornalieri, pause e risposi settimanali. Sono inoltre garantite coperture per infortuni e previdenziale, per un valore netto di 10 euro (9 per PrestO) dal valore lordo di 12 euro.

   

Come acquistarli?

Se i voucher potevano essere acquistati online, in tabaccheria, presso alcune banche ed agli uffici postali, ed erano utilizzabili solo una volta attivati telematicamente con un sms un’ora prima dell’inizio della prestazione, i nuovi funzioneranno differentemente per famiglie ed imprese. Le prime avranno una carta prepagata, ricaricabile sul sito Inps, con cui poter retribuire i prestatori di lavoro occasione; sarà inoltre necessaria la comunicazione telematica dei dettagli della prestazione entro il terzo giorno del mese successivo allo svolgimento della prestazione. Le imprese invece dovranno trasmettere almeno un’ora prima dell'inizio della prestazione i dettagli della prestazione e le ore lavorate, che non potranno superare le quattro ore a giornata. Se la prestazione non avrà luogo, entro tre giorni il datore sarà obbligato a revocare la dichiarazione. In particolare quest’ultima possibilità viene criticata per la possibilità offerta all’imprenditore di evadere il fisco e pagare il nero il lavoratore nel caso in cui non fossero effettuati controlli nei tre giorni successivi alla prestazione.

      

Quali sanzioni per chi sgarra?

Rimane invece sostanzialmente invariata la normativa sulle sanzioni per chi supera i limiti orari ed economici previsti dalla legge. In tal caso è prevista la trasformazione del rapporto di lavoro occasionale in contratto a tempo indeterminato, con applicazione di ulteriori sanzioni civili ed amministrative.

     

   

  

Già a una prima lettura i due schemi normativi appaiono differenti. I nuovi rapporti di lavoro occasionale assomigliano alle prime versioni dei voucher, prima che venissero liberalizzati quasi completamente da governi sostenuti da centrodestra e centrosinistra. Non si comprende dunque la preoccupazione da parte delle forze più a sinistra della maggioranza. A meno che le motivazioni per staccare la spina al Governo – sotto sotto – non siano altre.

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