Beppe Grillo al Convegno internazionale "Acqua pubblica e partecipata" (foto LaPresse)

Marika Cassimatis al Tar contro la sua espulsione voluta da Grillo

Redazione

La ex candidata sindaco rivuole il simbolo e correre tra le fila del Movimento 5 stelle, nonostante la contestata votazione-bis che ha incoronato Luca Pirondini, il “candidato di partito”. Querela per diffamazione nei confronti di Grillo e Di Battista

“Ricorreremo al Tar”, annuncia Marika Cassimatis, candidata sindaco di Genova per il M5s fino allo scorso 17 marzo, quando è stata scomunicata via blog da Beppe Grillo. Cassimatis rivuole indietro il simbolo e correre tra le fila del Movimento 5 stelle per palazzo Tursi, nonostante la contestata votazione-bis che ha incoronato il direttore d'orchestra Luca Pirondini, il “candidato di partito”.

 

La candidata (ex?) - che nei giorni scorsi ha depositato anche una querela per diffamazione nei confronti di Grillo e del deputato Alessandro Di Battista - ha rotto il silenzio stampa, annunciando nel corso di una conferenza a Genova la presentazione di un'istanza di sospensione della lista di Pirondini. "Faremo ricorso al Tribunale ordinario contro la violazione delle norme M5s che disciplinano la scelta dei candidati sindaco", ha spiegato all'AdnKronos Lorenzo Borrè, legale della Cassimatis.

"Al Tar noi presentiamo un'istanza di sospensione della lista di Pirondini perché riteniamo che la votazione, estesa al nazionale per una questione locale, sia contraria al regolamento del M5S”, spiega Cassimatis. In effetti il testo del regolamento grillino (che pubblichiamo qui sotto) insiste proprio sullo stesso punto. “E, per contro, chiediamo la riabilitazione della nostra lista nel caso non vengano fuori delle prove concrete e importanti relative alle accuse che ci sono state fatte". Se la richiesta non dovesse venire accolta, Cassimatis boccia comunque l'ipotesi di proseguire il percorso verso le comunali alleandosi ai fuoriusciti.

Attivista del M5s dal 2012, Cassimatis aveva vinto le "comunarie" online del 14 marzo scorso, superando al ballottaggio le 338 preferenze di Pirondini, il prescelto del vertice grillino. Ma gli stretti rapporti della docente 50enne con due fuoriusciti pentastellati – Federico Pizzarotti e Paolo Putti – e la vicinanza agli esponenti della lista civica fondata da Putti prima del suo allontanamento dal M5s lo scorso gennaio, hanno indispettito il leader: la "decisione è irrevocabile" e "se qualcuno non capirà questa scelta vi chiedo di fidarvi di me”, aveva annunciato Grillo. "Una frase del genere – sottolinea la protagonista del 'caso Genova' – non si sarebbe sentita nemmeno nella Repubblica delle Banane. Settecento iscritti hanno votato la mia lista, 'la rete è sovrana' diceva Casaleggio, mentre quanto accaduto a Genova ha disconosciuto il voto del blog, un principio fondante della democrazia diretta".

Nessuno, né Cassimatis né i membri della sua lista, sono stati espulsi dopo il veto di Grillo sul simbolo per le comunali. "Qualcuno di noi si è disiscritto di sua volontà - ha aggiunto - non c'è stata un'espulsione da parte del M5s. Io sono ancora iscritta perfettamente perché, come dico, mi sono candidata e ci siamo candidati per portare avanti delle idee e non delle persone. E quindi è questo che ancora ci tiene legati al movimento".