Raggi, le Fosse Ardeatine, la vocazione all'intifada del 5 stelle (di cosa vi stupite?)

Al direttore - “La Raggi e le Fosse Ardeatine: mi stupisco di chi si stupisce”, ha twittato lei. E in effetti, seppure la vicenda sia davvero inqualificabile, non si riesce a rimanere sorpresi dal fatto che il primo sindaco del M5s sia anche il primo sindaco della Capitale a non partecipare all’anniversario di una ricorrenza che ha segnato la storia italiana. Virgy è sulle Dolomiti su consiglio dei medici perché troppo stressata, però ha trovato il tempo su Facebook in questi giorni di fare un “appello ai tassisti romani” e di parlare delle buche stradali, certamente temi più importanti dell’eccidio nazista. Qualcosa di simile è accaduto a gennaio quando nessuno del comune si è presentato per la sistemazione della “pietra d’inciampo” in memoria di Alberto Di Segni, vittima della Shoah. Andare a sciare sarà indispensabile per la sua salute psicofisica, ma fare il sindaco di Roma è davvero necessario? Gliel’ha ordinato il medico?

Mauro Masini

 

Il Movimento 5 stelle è un partito che agisce fuori dal perimetro della Costituzione, è anti democratico, e non a caso da anni manifesta una sua precisa vocazione all’intifada. Lo ha ricordato bene il nostro Giulio Meotti un mese fa, quando la giunta Raggi concesse una sala al boicottaggio d’Israele, invitando una relatrice molto particolare di nome Ann Wright, leader della Freedom Flotilla, l’imbarcazione che sotto la bandiera umanitaria porta solidarietà a Hamas. L’assenza di Raggi alle Fosse Ardeatine sarà certamente un caso imposto dal destino cinico e baro ma lo stesso non si può dire di quando due anni fa i Cinque stelle, assieme ad altri “parlamentari per la pace”, invitarono a Montecitorio Omar Barghouti, il fondatore del movimento per il boicottaggio di Israele, che accusa lo stato ebraico di “nazismo”; di quando tempo fa Frongia e i Cinque stelle organizzarono in Campidoglio eventi come quello sugli “Accordi di Oslo”, invitando Diana Carminati, l’autrice di “Boicottare Israele”; di quando Stefano Vignaroli (deputato M5s) disse, nel 2013, “eccomi a Gerusalemme, città della pace dove l’uomo occupa, separa, violenta”; di quando nel 2014 Alessandro Di Battista disse che “sono le azioni del governo israeliano la benzina gettata sul fuoco degli antisemiti nel mondo”; di quando, sempre nel 2014, l’ambasciata israeliana in Italia disse, testuale, che le posizioni del Movimento 5 stelle “sono simili a quelle espresse da altri gruppi estremisti, che si oppongono al sionismo e negano al popolo ebraico il diritto di vivere nel proprio paese, a prescindere dal limite dei suoi confini nazionali”. I Cinque stelle sono questo. E il pacchetto dell’anti politica (vedi la Le Pen) contiene spesso il pacco dell’antisemitismo. Mi stupisco di chi si stupisce. Al direttore - L’attrazione di Bersani per M5s e anche l’essenza pentastellata, sono spiegabili con gli emisferi di Magdeburgo: fatti combaciare due emisferi e creato il vuoto al loro interno, diventano indivisibili. Il fisico tedesco Otto von Guericke, a metà del ‘600, per dimostrare la sua teoria, usò ben otto paia di cavalli che, appunto, non riuscirono a separare ciò che era unito dal vuoto.

Valerio Gironi

 

Al direttore - Il problema risale all'inizio del secolo scorso quando la perfetta antitesi di Trump, Woodrow Wilson decise che il mondo andava affrontato partendo dal principio che eravamo tutti uguali (il che non è nemmeno vero per quanto riguarda Lei e me) e cominciò a dire agli europoi che era buono e giusto che rimanessero a casetta loro. Gli europei non ci credettero veramente fino a quando, dopo la guerra, Nasser si appropriò del canale di Suez, Francia e Inghilterra cercarono di usare i vecchi sistemi ma l'America, intossicata da quelle teorie nobilissime ma errate, lo impedì. Da allora continiamo a scivolare sulla china delle buone intenzioni. Ma da che mondo è mondo, con buona pace di Wilson, popoli e culture cercano di sopraffarsi a vicenda. L'Europa a smesso di tenere a bada le altre e queste su comportano secondo natura. Tutto qui.

Mario Mauro

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