Il ministro dello Sport, Luca Lotti (foto LaPresse)

Pronto il secondo attacco a Lotti. Ma Renzi ha già preparato la contraerea

Redazione

Gli scissionisti del Pd con la loro mozione chiedono a Gentiloni di togliere le deleghe al ministro. I renziani sono certi che il documento, proprio come la mozione di sfiducia bocciata oggi, non avrà la maggioranza 

Nonostante sia stata presentata come la grande mossa per mettere in difficoltà il Partito democratico, in realtà la mozione degli scissionisti del Pd che chiede a Paolo Gentiloni di togliere le deleghe al suo ministro dello Sport coinvolto nel caso Consip non crea nessuna agitazione nelle file renziane. Nessuno crede che quel documento, quando verrà messo ai voti in Parlamento, otterrà la maggioranza dei consensi (come accaduto con la mozione di sfiducia respinta con 161 voti contrari). Ufficiosamente Forza Italia ha già fatto sapere che non intende far convergere i propri voti su quella mozione. In questa fase infatti Silvio Berlusconi non vuole creare occasioni che possano nuocere non tanto al Partito democratico quanto al governo. Il leader azzurro è infatti convinto  che la legislatura deve durare il più a lungo possibile.

 

Non è detto nemmeno che i parlamentari del Movimento cinque stelle votino quella mozione. I grillini non hanno nessuna intenzione di dare spazio politico agli scissionisti di Movimento democratico e progressista (Mdp) e quindi potrebbero sfilarsi all’ultimo momento con una più che valida giustificazione: cioè che quella mozione non ha in realtà nessuna ricaduta pratica obbligata.

 

Dunque, di certo non è per paura che quel testo possa avere la maggioranza nell’Aula di palazzo Madama che gli esponenti del Pd hanno attaccato con forza gli scissionisti – capitanati al Senato da Maria Cecilia Guerra, una capogruppo che sta riuscendo a far parlare molto di sé avendo ottime entrature nei grandi giornali nazionali.

 

E allora perché i renziani si sono distinti in quel profluvio di dichiarazioni contro Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani e soci? La verità è che temono che gli scissionisti, che dopo i dati trionfanti dell’inizio della loro avventura vengono ormai dati in tutti i sondaggi come oscillanti intorno al 3 per cento (quindi a rischio soglia) vogliano cercare di condizionare di qui alle prossime elezioni il governo, per ottenere quella visibilità mediatica che gli consentirebbe di raggranellare qualche consenso in più. Ma questo significherebbe, secondo i renziani, nuocere non solo al Pd ma anche all’azione riformatrice del governo. Per questo sono decisi a contrastare con tutte le forze i tentativi degli scissionisti.

 

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