Luca Lotti e Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi punta sul Lingotto per risollevarsi

Redazione

L'ex premier infastidito dal caso Consip ma non vuole sentir parlare di complotto. Venerdì a Torino inizia la sua tre giorni. Parola d'ordine: solo contenuti, niente polemiche

Se c’è una cosa che Matteo Renzi non sopporta di questa vicenda della Consip, in cui si trova, suo malgrado, coinvolto, è la “discussione surreale” che si è aperta in questa vicenda, quasi come se le persone a lui vicine, il ministro dello Sport Luca Lotti in primis, fossero coinvolte in “chissà quali relazioni pericolose”. L’ex presidente del Consiglio mastica amaro. Anzi amarissimo. Perché a suo avviso è in atto il “tentativo di dimostrare che tutti i politici sono uguali”. Ma a questo assunto Renzi si ribella con tutte le forze. Eppure ha la netta sensazione che, complici, a suo avviso, anche i media, si “stia cercando di parlare solo del Partito democratico nella maniera più negativa possibile”. Aggiunge, enumerando: “Prima la scissione, poi il caso del tesseramento, infine Luca e mio padre”. E tutto questo, sottolinea l’ex segretario del Partito democratico, “stranamente proprio dopo il referendum”.

 

Ciò nonostante, di complotto Renzi non vuol sentir parlare. La sua indicazione ai compagni di partito, ancora una volta, e sempre la stessa: “Ribadiamo di avere il massimo rispetto nella magistratura. Anzi diciamo che ne abbiamo ancora più di ieri”.

 

Epperò i dubbi continuano a vagare. E i renziani non possono fare a meno di puntare l’indice non solo su Michele Emiliano, che sta usando il caso Consip a suo uso e consumo, o per la campagna per le primarie, ma anche su Andrea Orlando. Dalla bocca dell’ex premier non uscirà mai una parola contro il ministro della Giustizia. E nemmeno un’allusione. Ma gli uomini dell’ex premier sono meno accorti e nel Transatlantico di Montecitorio è un tutto un pissi pissi di ipotesi e illazioni.

 

Comunque Matteo Renzi vuole risollevarsi a breve da questa situazione. Perciò  punta tutto sulla tre giorni del Lingotto a Torino. In quella occasione, secondo i suoi piani, si dovrà parlare solo di “contenuti”, senza “farsi assolutamente coinvolgere dalle risse e dalle polemiche”. Ma tutto ciò sarà possibile? Sì, perché la grande paura dei renziani è che proprio durante i giorni del Lingotto escano notizie di giudiziaria in grado di inficiare tutto lo sforzo fatto dall’ex premier. E proprio al Lingotto – che aprirà i battenti venerdì nel tardo pomeriggio – l’ex segretario ha intenzione di presentare la squadra della sua campagna per le primarie. “Metà donne e metà uomini”, e “qualche nome che vi stupirà”, assicura.