Beppe Grillo (foto LaPresse)

Da tech-rivoluzionari a luddisti. Il bluff 5 stelle svelato dai taxi

Andrea Giuricin

Ma cosa sono i servizi innovativi nella mobilità che il M5s avversa? Le app come Lyft, Grab, Didi e Uber semplicemente mettono in contatto in maniera efficiente la domanda e l’offerta di trasporto

Roma. Il Movimento 5 stelle è nato grazie allo sviluppo tecnologico. La “rivoluzione” promossa da Beppe Grillo – che fino a pochi mesi fa urlava nei teatri a favore delle stampanti 3D – si è bruscamente fermata davanti alle urla della casta dei tassisti in questi giorni nella capitale d’Italia. Il sostegno del commediante a capo del M5s e del sindaco di Roma Virginia Raggi a favore della protesta dei taxi ha il sapore amaro del luddismo tecnologico. Il contrario di quanto Grillo ha propagandato per anni, di quanto profetizzato dal guru scomparso, Gianroberto Casaleggio, e da quanto creduto dai nerd che twittano e affollano il Sacro blog.

 

I luddisti distruggevano le macchine a vapore ormai duecento anni fa perché erano contro il progresso tecnologico e oggi davanti allo sviluppo della tecnologia che ha permesso un incontro efficiente tra domanda e offerta di mobilità di trasporto, il M5s ha fatto una doppia capriola appoggiando in pieno una protesta… illegale. Un panorama desolante che si commenta da sé, con le proteste violente e relativi lanci di bombe carta a Roma da parte di “tassisti”.

 

Ma cosa prevedeva il famoso emedamento Lanzillotta contestato dai tassisti? Non prevedeva una liberalizzazione del settore, ma si voleva modificare l’attuale assetto delle vetture Ncc, il noleggio con conducente. In particolare c’è una norma che attualmente impone il rientro in deposito a fine di ogni servizio, ma che non è rispettata anche perché è giudicata non ammissibile dalla Corte di giustizia europea e l’emendamento giustamente spostava l’applicazione di tale norma a fine anno.

Uber dunque non c’entra nulla in questa protesta, ma chiaramente la superficialità della classe politica non ha lasciato trapelare questo aspetto non secondario. Non si tratta quindi di multinazionali o di liberalizzazione dei servizi dei taxi, ma di applicazione di una norma illegale e alquanto stupida (il rientro degli Ncc in deposito alla fine di ogni servizio). In Italia siamo così distanti anni luce dalla liberalizzazione dei taxi, che nemmeno comprendiamo il perché in tutto il mondo (a parte in pochi stati della vecchia Europa) la condivisione dell’auto grazie a delle app tecnologiche è oramai diffusa in maniera capillare. L’evoluzione tecnologica – tanto sfruttata dal M5s – dovuta agli smartphone sta portando a una rivoluzione anche dei consumi e della mobilità.

 

Ma cosa sono i servizi innovativi nella mobilità che il M5s avversa? Le app come Lyft, Grab, Didi e Uber semplicemente mettono in contatto in maniera efficiente la domanda e l’offerta di trasporto. Sono delle ottime piattaforme che hanno riscosso il successo di miliardi di utilizzatori. Si potrebbe sintetizzare che “è l’economia delle piattaforme, bellezza!” e il problema in tutto il mondo avanzato è comprendere come favorire la concorrenza tra le piattaforme per non creare degli assetti monopolistici. Ci sono altri aspetti da ricordare in questa protesta illegale e violenta dei taxi: le licenze sono state rilasciate gratuitamente dai comuni ai tassisti. Pochi forse se lo ricordano o fanno finta di non ricordarselo. Esiste un mercato grigio delle licenze con la connivenza dello stato e per tale ragione la posizione dominante della licenza è stata pagata dai tassisti ad altri tassisti che avevano ottenuto queste licenze in maniera totalmente gratuita. E’ giusto che tale posizione dominante sia pagata dai consumatori? E’ giusto che la rivoluzione tecnologica sia fermata da proteste violente? Cosa succederà quando neanche tra dieci anni avremo le “autonomous car”? I tassisti lanceranno bombe carta anche contro questa tecnologia?

Tutti noi consumatori dovremmo sdraiarci sulle strisce pedonali davanti agli stalli dei taxi nelle stazioni e negli aeroporti. Una protesta non violenta contro i luddisti del ventunesimo secolo.

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