Romano Prodi e Pier Luigi Bersani (Foto LaPresse)

Anche Bersani prova a fermare Renzi con lo spettro della scissione

Redazione

Arriva l'ultimatum dell'ex segretario del Pd: "Io lavoro per evitare una rottura. Ma se Matteo forza per andare al voto, nascerà un nuovo Ulivo"

Della necessità di trovare un nuovo, "giovane Prodi", Pier Luigi Bersani parla da tempo. Indicando come unica possibilità per rilanciare il Pd quella di separare nuovamente la figura del segretario da quella del candidato premier. Matteo Renzi, però, non solo non ne vuole sentire parlare, ma negli ultimi giorni sembra aver accelerato il percorso che porta verso le elezioni. Con buona pace di segretari, candidati premier, Pd e minoranze Pd. 

 

Così Bersani, che per ora si era sempre smarcato dal tandem D'Alema-Emiliano e dalla possibilità di una scissione, ha deciso di rilanciare. "Se Renzi forza, rifiutando il congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto - avverte in un'intervista dall'Huffington Post -, è finito il Pd. E non nasce la cosa 3 di D'Alema, di Bersani o di altri, ma un soggetto ulivista, largo plurale, democratico".

 

"Io lavoro per evitare una rottura - spiega - ma serve un cambio di rotta altrimenti la sconfitta, andando avanti così, non è evitabile. Napolitano ha ragione, ma io non sto dicendo che non si può votare prima della scadenza naturale. Sto dicendo: andiamoci con ordine, dopo un Congresso e con una legge elettorale decente. C'è Renzi nel Pd, ma anche tanti altri. È ora che dicano qualcosa perché così si va a sbattere e si dissolve il Pd. Chiedo che qualcuno apra bocca".