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Anche il M5s truffa la sua “gggente” con le fake news, dice l'espulso Artini

David Allegranti

“Raggi vende all’asta l’aeroporto, non è meglio vendere Atac?”

Roma. “Il M5s ha fatto un ragionamento prettamente aziendale, per non sciupare il nome della ditta. Mi chiedo però se sia stata fatta una discussione interna o se si è arrivati a una decisione così ipocrita solo per motivi contingenti”. Massimo Artini, leader di Alternativa Libera, ex deputato del M5s, espulso come altri attraverso il Sacro Blog, osserva le vicende del suo vecchio partito con tristezza. Con il nuovo regolamento, lui, che non ha mai ricevuto neanche un avviso di garanzia, sarebbe ancora dentro il Movimento. Dice Artini al Foglio: “Il M5s ha bisogno di difendere un logo che funziona. E in questo caso deve difendere il partito dal possibile arrivo di un avviso di garanzia per Virginia Raggi. Con questo nuovo codice viene solo regolamentata la discrezionalità, con buona pace di Luigi Di Maio, che invita gli altri partiti a dotarsi di analoghe regole. Io la trovo una cosa offensiva: il codice etico del Pd, che mi sono letto, non lascia spazio a discrezionalità. Invece qui è Grillo a decidere che cosa è giusto o sbagliato”. Ma quindi alla fine che cosa cambia rispetto a prima? “Nulla – dice Artini al Foglio – c’è solo un documento scritto, ma anche prima era Grillo a decidere chi era dentro o fuori: se lui ti considera un ‘pezzo di merda’, come disse a me e a Federico Pizzarotti, puoi andar fuori. Se invece gli stai simpatico, puoi aver compiuto anche i delitti più efferati ma sarai comunque giustificato”. La verità, dice Artini, è che il M5s “ha perso lo spirito originario. Uno dei punti chiave per il Movimento era che la politica ci prende in giro con l’uso delle parole, vedi ‘termovalorizzatore’ al posto di ‘inceneritore’.

Ora anche il M5s usa la semantica per confondere e ingannare le persone. Ma che cos’è la ‘presunzione di gravità’? Che definizione è? E chi l’ha stabilita? Ma Grillo, naturalmente”. Quanto alla giuria popolare che dovrebbe stabilire la veridicità delle notizie pubblicate dai giornali, “è almeno la terza volta che ci propinano questa boiata. Intendiamoci, non è che l’informazione non sia un problema, ma Grillo ha avuto a disposizione tre anni per risolvere alcune questioni e ha un presidente della Vigilanza Rai che è il più incapace della storia. Rispetto a prima, insomma, non c’è nessuna differenza. E non c’entra il governo, eh: se ti limiti a far girare la tua discussione politica su Facebook, come fa Roberto Fico, non ti considera nessuno. E Fico non lo considera nessuno come presidente della Vigilanza Rai. Insomma non è cambiato nulla, e questa cosa serve solo al M5s per far parlare di sé per due giorni. Grillo poi continuerà a mettere le sue verità sul blog, come le foto sbagliate dell’ultimo dell’anno a Roma”. A proposito di fake news, sul blog di Beppe Grillo, aggiunge Artini, “ci sono siti che stimolano un pensiero completamente falso, come Tzè-Tzè e La Fucina. E quando le falsità sono state comprovate, nessuno ha mai chiesto scusa. Il concetto di ‘ho sbagliato’ nel M5s e nella Casaleggio Associati non esiste. Esiste una sola cosa: il silenzio. Lo dimostra il fatto che se non si parla di un problema, quel problema non esiste. L’esempio è Roma; la cosa grave non è la Raggi, non è Marra, ma l’assenza di idee. Raggi ora vende all’asta 48 milioni di euro di azioni dell’Aeroporto di Roma. A parte il fatto che il debito della Capitale è di oltre 13 miliardi e 48 milioni sono niente, ma questo a casa mia si chiama privatizzazione. Mi chiedo allora dove stia la differenza con gli altri partiti. E poi, se proprio uno deve vendere, meglio vendere l’Atac, no?, che almeno vale di più”.

Artini, ma tutte queste vicende dimostrano che nel M5s c’è un problema di classe dirigente? “Diciamo così: se scegli il candidato sindaco in sei ore sul blog, senza una valutazione di merito, ti becchi il primo che arriva. I casi di Roma e Torino per esempio sono diversi. La Raggi è cresciuta in un M5s in cui non dovevi lottare per avere il 3 per cento; è arrivata in Consiglio comunale nel 2013, dopo che il M5s aveva preso il 25 per cento alle elezioni politiche. Chiara Appendino è stata eletta consigliera nel 2011, quando prendere il 5 per cento non era banale. Il M5s non vuole affrontare il punto delle persone che devono rappresentare il Movimento: invece di essere scelte con un criterio di merito, vengono scelte perché sono più belline o supportata da più persone. Ma poi chi si fida delle votazioni sul blog? Non vengono mai certificate, come quel 91 per cento di voti con cui è stato approvato il nuovo regolamento”. Secondo Artini ci sono anche altre vie. Specie sulla trasparenza. “Tutto questo che sta accadendo al M5s non è inevitabile. Noi di Alternativa Libera, pur essendo piccoli, abbiamo scelto di far partecipare veramente tutti i nostri iscritti nelle scelte. Per questo spero che nasca presto una grande forza politica che faccia partecipare le persone alle decisioni”. 

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.