Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (foto LaPresse)

Gentiloni sta con Renzi: "Grandi risultati, continueremo il suo lavoro sulla strada delle riforme"

Redazione

Voucher e jobs act, legge elettorale, migranti, sicurezza e rischio terrorismo, Mps e il caso Mediaset-Vivendi. Tutti i temi affrontati nella conferenza stampa di fine anno

La continuità con il lavoro di Matteo Renzi sarà il filo conduttore del governo di Paolo Gentiloni, che nella conferenza stampa di fine anno ha detto chiaramente che “sarebbe un errore cancellare o relegare nell'oblio” l'ultimo esecutivo. Non a caso il premier sottolinea la “continuità della squadra”: viceministri e sottosegretari “sono sostanzialmente confermati”, annuncia subito il presidente del Consiglio, che vuole “discontinuità non sui sottosegretari, ma sulla violenza inaudita del confronto pubblico, in particolare in rete”. La “continuità sul piano politico” significa “proseguire sulla strada delle riforme”: completarle “non è un puntiglio ma un’esigenza del paese, fa bene all’economia, alla crescita, alla semplicità dell’Italia”.

 

Le parole chiave di Gentolini sono “lavoro al sud e giovani”. In questo senso “è cresciuto il lavoro stabile” e si rivendicano i risultati sulla “riduzione delle tasse”, mentre più in generale “l'Italia ha più diritti e maggiore ascolto a livello internazionale”. I voucher, al centro del dibattito in questi giorni, “non sono il virus che semina il lavoro nero”, ma occorre “correggere gli abusi in tempi rapidi”. Il jobs act resta “un'ottima riforma: nel contesto dell'economia italiana e dei suoi livelli di crescita i nostri numeri di lavoro a tempo indeterminato e di riduzione della disoccupazione, vanno nella direzione giusta. Certamente è qualcosa che dobbiamo sviluppare”.

 

Altro merito del governo Renzi, secondo il nuovo premier, è aver “garantito un certo livello di sicurezza: ricordiamoci la discussione che abbiamo avuto alla vigilia del Giubileo, i controlli in piazza San Pietro, l'attenzione internazionale, la rivista di Daesh con la cupola in copertina, gli allarmi che ci sono stati. Certo, la fortuna è fondamentale”, ma si mette in rilievo il “grandissimo lavoro degli apparati, delle forze dell'ordine, dello stato”. Ciononostante “non esistono paesi” privi del rischio terrorismo, Italia compresa: “La radicalizzazione avviene in casa nostra, nelle nostre carceri, nei nostri quartieri, e questo è all'origine di molti attentati”, spiega Gentiloni. L'Italia, in ogni caso, “ha agito con equilibrio e umanità” in seno alla crisi dei migranti, gestendo “grandi flussi di pressione”. A proposito di pressioni incombenti, “l'Italia userà la presidenza del G7 per due obiettivi: la centralità del Mediterraneo, che non può essere un 'mare nullius', cioè un mare di nessuno, e usare il G7 per relazioni diverse con la Russia. Non si tratta di rinunciare ai principi ma è sbagliato un ritorno a logiche da guerra fredda che oggi non hanno senso”.

Al di là dei problemi condivisi con l'Europa, il nostro paese avrà l'obbligo di affrontare con celerità il tema della legge elettorale. “La stabilità di un paese a livello internazionale è sempre importante, ma la stabilità non può rendere prigioniera la democrazia. Quindi se si vota non si può vedere il voto come una minaccia”. Dunque “il governo cercherà di dare il suo contributo facilitando la discussione tra i partiti e in Parlamento”, ma questo non vuol dire che ci sarà “una proposta del governo sulla legge elettorale”.

 

Tempi lunghi anche sul fronte Mps: “Abbiamo messo in sicurezza il risparmio con il decreto salva risparmio, la cui attuazione sarà lunga e complicata, non lo nascondiamo. Però una decisione è stata presa e sarà strategica. Quello che abbiamo fatto non si conclude con il decreto, sarà un percorso di mesi di dialettica, mi auguro produttiva, con la vigilanza europea, altrimenti la discussione sarà più difficile”. Di sicuro il governo “farà quanto in nostro potere perché la salvaguardia dei risparmiatori sia al centro di tutto questo percorso”. Occhi aperti anche sul caso Vivendi-Mediaset: “Siamo consapevoli dell'importanza di Mediaset in Italia e il fatto che sia oggetto di una scalata non ci lascia indifferenti. Ma non ci sono golden power da esercitare in questo settore, quindi la posizione del governo è vigile dal punto di vista politico. L'esecutivo non vuole attivare strumenti, esistono strutture e autorità di garanzia che se vorranno potranno sollevare il problema”.