Forze di polizia sul luogo dell'attentato di Berlino (foto LaPresse)

Le parole di Di Stefano su Anis Amri aiutano a capire la politica estera grillina

David Allegranti

Dopo l’attentato di Berlino, il Dottor Cittadino ha spiegato perché l'attentatore, che in Italia ha trascorso alcuni turbolenti anni, non è stato mai rimpatriato. Ma è evidente: il nostro governo fa schifo

Roma. Tra le fake news – meglio note come balle spaziali – che più piacciono ai Cinque Stelle ce n’è una sull’alto tasso di scolarizzazione dei parlamentari grillini. Una volta Alessandro Di Battista, quello delle spremute di umanità, disse che “l’88 per cento dei nostri è laureato”. Pagella Politica verificò l’affermazione e aggiustò la percentuale, abbassandola al più modesto 65 per cento. Ecco, tra gli illuminati dottori del M5S c’è anche l’onorevole Manlio Di Stefano, capogruppo alla Commissione Esteri della Camera e ingegnere informatico: la dimostrazione vivente che le lauree non solo sono sopravvalutate ma che soprattutto non danno garanzia di alcunché. Qualche giorno fa, dopo l’attentato di Berlino, il Dottor Cittadino Di Stefano ha spiegato perché Anis Amri, che in Italia ha trascorso alcuni turbolenti anni, non è stato mai rimpatriato. Ma è evidente: il nostro governo fa schifo, sissignori: “Perché, quindi, il rimpatrio non è avvenuto? Perché Anis Amri non è stato caricato su un volo diretto a Tunisi e lì messo sotto sorveglianza? Semplice, perché al governo abbiamo dei poco di buono che non sanno farsi rispettare”.

Poco di buono, peraltro, è un’espressione che non sentivamo da qualche festa di paese di inizio anni Duemila. “Ricordate quando ci dissero che l’Italia aveva fatto bene a liberalizzare l’importazione di olio tunisino?”, si chiede Di Stefano. “Avremmo rovinato l’economia pugliese ma avremmo sostenuto il governo di Tunisi nella lotta al terrorismo e nella stabilità della regione garantendogli entrate economiche cospicue, ci dissero. Uno quindi si aspetterebbe un Governo tunisino sull’attenti ogni volta che il Governo italiano lo chiama, ed invece porte in faccia. Bella collaborazione abbiamo ottenuto in cambio, davvero complimenti, ci pisciano in testa e dicono che piove”. Non è la prima volta che il Dottor Cittadino dà prova della sua arguzia in materia di geopolitica. Un paio d’anni fa disse che “fenomeni radicali come l’Isis sarebbero da approfondire con calma e rispetto”. Ma quale rispetto?, fu chiesto al deputato siciliano. “Rispetto delle cause che sono dietro la situazione attuale”. E giù con le solite “colpe” dell’Occidente: “Noi occidentali abbiamo dato per scontato che la nostra fosse l’unica democrazia possibile. Affrontare le cause con rispetto significa interrogarsi se non ci siano altre forme di governo e di democrazia che vanno bene per i posti dove sono”.

 

 

Un’altra volta Di Stefano pubblicò un elenco di “dissidenti? No, sanguisughe”, con tanto di foto (segnaletiche), di un gruppo di parlamentari che non fanno più parte dei Cinque Stelle. Mancava la scritta “wanted” e poi, in quest’epoca di pazzi, erano pronte le ricompense per la cattura. Internet disinibisce, quindi molti leoni da tastiera si sentirono autorizzati a insultare i parlamentari finiti nella lista, come Luis Orellana e altri (“Infame”, “venduto”, gli epiteti più carini). Forse in pubblico, con Orellana presente, non lo farebbero? Chissà. E’ senz’altro più difficile aggredire qualcuno trovandoselo di fronte. La professione di commentatore da social network è semplice, comoda, indolore. Ma se a qualche geniaccio venisse in mente di passare dagli status ai fatti? Forse, ai fomentatori d’odio, qualche senso di colpa verrebbe. Forse. Ma Di Stefano è il Messi delle bischerate, in un baleno passa dalla taglia sulla testa dei parlamentari “traditori” a una visita con Luigi Di Maio in Israele. Mesi fa Di Maio e Di Stefano, in assetto da gita turistica fantozziana, volevano andare nella Striscia di Gaza, ma il governo israeliano glielo impedì. “Questo è un cattivo segnale per la pace”, dissero subito Di Maio & Di Stefano, i Sussi e Biribissi della politica italiana. Dall’ambasciata israeliana a Roma furono costretti a spiegare l’ovvio, e cioè che la Striscia di Gaza è controllata dai terroristi di Hamas e che per entrare da Israele a Gaza servono permessi specifici e speciali. “Sono ragazzi meravigliosi”, avrebbe detto Grillo. Meravigliosi non lo sappiamo, ma di sicuro qualcuno di loro esagera con le spremute e l’olio tunisino. 

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.